
La lettera con gli auguri di buon Pasqua agli insegnanti da parte del dirigente dell’IC di Bedizzole, Pietro Michele Dursi
Brescia, 17 aprile 2025 – Sconcerto per una lettera che, di fatto, getta discreto sconcerto su tutto il corpo docente, ad opera di un dirigente che ha scelto la strada meno ortodossa – un biglietto di auguri pubblicato sul web – per colpire chi, a suo avviso, non svolge bene il proprio lavoro. Non si placano le reazioni all’uscita pubblica del dirigente dell’IC di Bedizzole, Pietro Michele Dursi, che ha rivolto auguri di Pasqua sarcastici a docenti che fanno “assenze strategiche” e saltano le riunioni.

“Come docente dell’IC di Bedizzole – ha scritto la docente Cecilia Verna, in una lettera che aveva già inviato al dirigente scolastico - voglio esprimerle il mio sconforto nel vedere pubblicata sul sito dell’Istituto una lettera, visibile a tutti i genitori e gli alunni, che vorrebbe essere una lettera di auguri da parte della Dirigenza e che invece non fa che gettare discredito sulla classe docente di cui io faccio parte. Una lettera che forse, nelle intenzioni, voleva mettere in luce quella parte di insegnanti che si impegna e svolge seriamente il proprio lavoro, ma che ha avuto invece l’effetto di mettere in risalto esattamente coloro che il proprio compito non lo svolgono bene. Se tali docenti ci sono, è compito di Dirigente prenderli uno per uno e chiarire le responsabilità individualmente. Ma trovo offensivo pubblicare una lettera che avrà come unico effetto quello di presentare il corpo docente dell’IC di Bedizzole, agli occhi di alunni e genitori che leggeranno questa comunicazione, come un insieme di assenteisti, furbi e desiderosi solo di svicolare dai propri doveri".
Verna ricorda come da anni si continui a gettare fango sulla scuola pubblica e sugli insegnanti. “Queste parole non fanno che gettare altra benzina sul fuoco e dare nuove conferme a quella parte dei genitori sempre pronti ad attaccare i docenti, che di quelle parole sapranno cogliere solo ciò che interessa loro per screditare ancora di più una classe docente già bistrattata”.
Verna aveva risposto privatamente al dirigente scolastico, ma, visto che la lettera di Dursi è diventata di pubblico dominio dopo che lui stesso l’ha pubblicata sul sito della scuola, si è sentita in dovere di replicare pubblicamente "in difesa di tutti quei docenti, di cui io mi sento di far parte, che lavorano quotidianamente con la fatica di dover affrontare una società sempre più complessa armati di sempre meno strumenti, ma che si rifiutano di essere ridotti a “maggioranza silenziosa”. La risposta sono dei contro-auguri.

“Voglio esprimere un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno sempre lavorato con impegno pur non sentendosi sostenuti e spalleggiati nella loro fatica quotidiana; a tutti coloro che alle difficoltà di gestire classi sempre più impegnative hanno dovuto aggiungere quella di sottostare a norme burocratiche calate dall’alto che ostacolano invece di facilitare; a tutti coloro che hanno avuto il coraggio di non essere maggioranza silenziosa ma minoranza che parla, mette in dubbio, critica, discute, ben consapevoli che è solo dal confronto e, se necessario, dallo scontro di opinioni che può nascere l’idea giusta; a tutti coloro che si sono impegnati al massimo pur sapendo di non ricevere in cambio stima, apprezzamento e fiducia; a tutti coloro che, pur lavorando, studiano e si iscrivono a master perché credono che la formazione sia il primo passo per essere insegnanti migliori; a tutti coloro che sanno ascoltare, dialogare, comprendere; a tutti coloro che credono in una scuola della socialità, della bellezza e dello stare bene insieme, ma riescono a fare bene il proprio lavoro anche in una scuola del “caffè solo in piedi alla macchinetta”, del “niente relazioni di amicizia tra colleghi” e del buon inizio d’anno con la circolare dei “non si può”; a tutti coloro che cercano strenuamente di educare i ragazzi all’autonomia e alla responsabilità in una scuola dove viene vietato loro anche di andare a prendere dei gessetti; a tutti coloro che, nonostante tutto, non mollano, perché è proprio in questi momenti che serve la loro resilienza, silenziosa e non. A tutti questi va il mio sentito ringraziamento”.