MILLA PRANDELLI
Cronaca

L’incidente nel laghetto. Arianna non ce l’ha fatta

Stava compiendo evoluzioni con il wakeboard a Dello. Troppo gravi le ferite. La tragedia all’interno dell’impianto il cui titolare era morto venti giorni prima. .

Arianna Forni venerdì scorso era caduta in acqua mentre facendo wakeboard veniva trainata da un motoscafo Le sue condizioni erano subito apparse disperate

Arianna Forni venerdì scorso era caduta in acqua mentre facendo wakeboard veniva trainata da un motoscafo Le sue condizioni erano subito apparse disperate

Non ce l’ha fatta. Uno dei suoi sport preferiti le è stato fatale. È morta nella serata di sabato Arianna Forni, la trentasettenne di Vigevano coinvolta in un grave incidente venerdì pomeriggio all’Awake Sport Center di via Vittorio Mero a Dello. I fatti sono accaduti attorno alle 17 mentre la donna praticava wakeboard, una disciplina che unisce sci nautico e snowboard, nel laghetto della Bassa bresciana. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, pare che Arianna Forni sia caduta dalla tavola mentre viaggiava ad alta velocità, trainata da un motoscafo. Dopo il forte impatto con la superficie del laghetto, avrebbe perso i sensi e sarebbe stata vista galleggiare, immobile. I presenti si sono gettati subito in acqua e poi, una volta condotta a terra, hanno iniziato le manovre di rianimazione. Trasferita in ospedale in codice rosso, purtroppo le sue condizioni, già critiche, si sono aggravate e sabato è sopraggiunta la morte. La dinamica è attualmente al vaglio dei carabinieri della Compagnia di Verolanuova e della stazione di Dello che erano intervenuti subito dopo l’arrivo dell’ambulanza del 118 e dell’elisoccorso.

Arianna Forni a Vigevano era molto nota. Era l’organizzatrice della Biennale di Vigevano e desiderava "portare l’arte in casa di tutti, di modo da farne comprendere il valore tramite il progetto Art Strategy". Grazie all’ultima edizione, aveva fatto conoscere la rassegna ad un milione di persone tramite i social e da 13mila appassionati che erano andati di persona a vederla. Sul suo blog personale, su Facebook, aveva 802 followers che con lei si confrontavano di tanti argomenti di natura culturale. "Vivere senza arte, senza cultura, senza una formazione continua ha poco senso – diceva – ci sono talmente tanti luoghi da scoprire e tante nozioni da imparare che non sarà mai sufficiente una vita intera. Sorrido ogni volta che ho l’occasione di imparare qualcosa di nuovo. Motivo in più per vivere". A rendere ancora più drammatico l’episodio, la recente scomparsa di Ludovico Vanoli, 41 anni, gestore del centro dove è avvenuto l’incidente fatale alla donna, morto venti giorni fa mentre praticava il lancio con la tuta alare sulle Dolomiti Bellunesi.