MILLA PRANDELLI
Cronaca

Marmolada? E' solo l'inizio. Neve zero e rischio alto

Intervista a Lino Zani, alpinista e conduttore tv. Accompagnò a sciare Papa Wojtyla

Lino Zani

Lino Zani

Ponte di Legno (Brescia) - "La montagna non va demonizzata e non va lasciata perdere a priori. Certo è che è necessario monitorare alcuni ghiacciai, come quello della Marmolada o come il Monte Bianco. Quello dove si è consumata la tragedia di domenica scorsa è un ghiacciaio posto in piano, dove la pendenza cambia all’improvviso, diventando quasi verticale. Sotto, probabilmente in un crepaccio, a causa dell’innalzamento della temperatura, si è formato un accumulo d’acqua, che lo ha fatto cedere a causa della pressione. E prepariamoci, perché questa estate accadrà anche in altri luoghi, se continuano queste condizioni atmosferiche. Non c’è traccia, infatti, dello strato di neve che in genere protegge il ghiaccio". A spiegarlo è Lino Zani, alpinista e conduttore televisivo, noto per avere accompagnato a sciare Papa Wojtyla, che amava Ponte di Legno e le sue Nevi. Zani è letteralmente cresciuto tra i ghiacci, dato che i suoi genitori gestivano un rifugio in quota

Ora corriamo altri rischi?

"La neve e il ghiaccio hanno sempre fatto da collante per le rocce oltre i tremila metri. Ora che non ci sono potremmo trovarci di fronte a frane improvvise, oltre che a slavine come quella dell’altra settimana. Sarà necessario prestare la massima attenzione e se possibile monitorare le aree a rischio, come accade già in Valle d’Aosta".

La montagna sta cambiando in modo rapidissimo. Quali segnali sta leggendo in questa stagione?

"Sulla Vedretta del Mandrone, sull’Adamello, per esempio si è creato un nuovo lago. Dove c’era ghiaccio ora ci sono laghi. La stessa cosa è accaduta sul Pisgana, sui monti camuni. Anche sotto il Corno Bianco, sulle Dolomiti, c’è un nuovo lago. Sono bacini che nascono e possono sparire anche a seconda della siccità e delle temperature".

Sulla Marmolada è stato difficile anche intervenire per i soccorritori.

"In una situazione come quella intervenire era pericolosissimo, per il rischio di nuovi distacchi di ghiaccio. Purtroppo c’è un altro fattore da tenere presente. Qualcuno potrebbe non essere mai ritrovato: sepolto sotto metri di terriccio e ghiaccio, altri invece potrebbero essere stati quasi polverizzati dalla furia del materiale che viaggiava ad altissima velocità. Episodi simili, in passato, sono accaduti sull’Everest e sul Monte Bianco".

Allora come affrontare ora la montagna?

"Il consiglio è informarsi sempre sulle condizioni meteo dell’area dove si vuole andare consultando guide alpine, soccorso alpino e residenti".