Lite da bar chiusa col coltello. Il giudice sull’aggressore: spiccata pericolosità sociale

Manerbio, da settembre la vittima è in pericolo di vita

Lite da bar chiusa col coltello. Il giudice sull’aggressore: spiccata pericolosità sociale

Manerbio, da settembre la vittima è in pericolo di vita

Litigano al Checking Cafè di Manerbio per motivi da chiarire e un quarantenne del posto si trova un coltellaccio nell’addome. Il ferito non è ancora fuori pericolo. In un mese ha subìto quattro interventi per la perforazione del fegato e dell’intestino e si trova in Terapia intensiva.

L’aggressione risale alla notte tra il 17 e il 18 settembre. Ora il presunto aggressore è in carcere. Si tratta di Enrico Massimo Carella, 59 anni, pluripregiudicato, arrestato con l’accusa di tentato omicidio aggravato.

Stando alle indagini dei carabinieri della Compagnia di Verolanuova, avallate dal gip Alessandra Sabatucci che ha emesso l’ordinanza di custodia, Carella aveva incontrato al bar la vittima, un ex atleta con problemi di disabilità, e tra i due era sorto un litigio. Il primo sarebbe poi tornato nel locale armato di uno spadino e avrebbe colpito un paio di volte all’addome il rivale, poi accompagnato in ospedale dal titolare del bar. Grazie a testimonianze e telecamere i militari in breve tempo sono risaliti all’identità del presunto aggressore, che la vittima – reticente per timore di ritorsioni – sosteneva di conoscere solo di vista.

"Quattro giorni fa ho sbudellato uno, gli ho fatto venir fuori le budella dalla pancia, capito". Così diceva, intercettato, il 30 settembre Carella a una terza persona, vantando un credito per una presunta cessione di droga su cui non ci sono riscontri.

"E gli ho detto: stai buono perché se no la prossima volta prendo il ferro e ti sparo una cannonata in testa". Per il giudice dell’udienza preliminare Enrico Massimo Carella è un soggetto di "spiccata pericolosità sociale", gravato da un precedente analogo. "La natura del tutto gratuita dell’aggressione e la palese sproporzione tra il movente, una lite da bar, e la violentissima reazione dimostrano il disprezzo dell’indagato per l’altrui incolumità e come questi sia disposto a sacrificare il bene vita ove i suoi impulsi criminosi vengano sollecitati".

B.Ras.