Un omicidio per motivi economici ma che forse affondava le sue radici anche in un humus di odi familiari. Le indagini sono proseguite anche il giorno dei funerali, dell’addio a Laura Ziliani nella chiesa di Santa Maria Assunta di Chiesanuova, a Brescia, gremita di gente.
Il pm Caty Bressanelli, ha respinto la richiesta di presenziare avanzata da Silvia e Paola Zani, la maggiore e la più piccola delle tre figlie dell’ex vigilessa di Tem, in carcere con l’accusa di averla uccisa e avere poi occultato il cadavere. Accusa condivisa con Mirto Milani, fidanzato di Silvia, che si divideva fra le due sorelle.
Le indagini corrono su un doppio binario: l’attività investigativa e gli accertamenti scientifici. Testimonianze, intercettazioni, riscontri già trovati e altri da rintracciare. Gli inquirenti sono certi del movente economico dell’uccisione di Laura, secondo la consulenza medico legale prima narcotizzata con un composto di benzodiazepine e poi soffocata con qualcosa di molle, forse un cuscino.
L’ordinanza di custodia cautelare, che ha blindato le sorelle Zani e Mirto Milani osservava "l’esistenza di precisi interessi economici in capo ai protagonisti della vicenda". Laura era comproprietaria con le figlie di fabbricati e terreni e la locazione le garantiva un reddito importante.
Dalle indagini sarebbe emerso anche un quadro di cattivi rapporti familiari fra lei, la maggiore e la più piccola delle tre figlie, con dissapori che si sarebbero acuiti nel tempo.
Gabriele Moroni
e Beatrice Raspa