PREVALLE (Brescia) ‘Mite’. ‘Serio’. ‘Gentile’. ‘Responsabile’. Così a Prevalle chi lo conosce - e lo conoscono in molti - descrive Matias Pascual, il 19enne italo-argentino fermato la notte di Capodanno con l’accusa di omicidio. L’omicidio di Roberto Comelli, 42 anni, ammazzato con il coltello da 30 centimetri usato per tagliare pandori e panettoni, che gli è stato piantato nel petto mentre tentava di imbucarsi a tutti i costi in una festa privata di un’ottantina di ventenni riuniti nella sala civica del centro anziani di via Battisti a Provaglio d’Iseo. Matias ha confessato il delitto. La prima a dirsi sconvolta è Silvia Bulfamante, titolare del bar Lovely di Prevalle dove il diciannovenne, cittadinanza italiana, lavorava come barista. "È difficile credere a quel che è successo - racconta trattenendo a fatica le lacrime la donna -. Matias lavora da me dallo scorso marzo, cioè da quando ho aperto il locale, e lo adoriamo tutti. Vive in Italia con il fratello più grande e la madre da quando aveva 4 o 5 anni, gioca a calcio nella squadra del paese ed è un ragazzo buonissimo, capace, che non ha dato mai alcun problema. E lo dico con cognizione di causa. Eravamo come una famiglia, ci si aiutava a vicenda per ogni cosa. Non riesco davvero a immaginare come una persona simile possa aver ucciso qualcuno, non so che cosa gli sia scattato in testa per arrivare a compiere un gesto simile. A quella festa c’era un altro ragazzo mio dipendente, che però non ha assistito alla lite tra Matias e la vittima". Il pomeriggio di Capodanno, poche ore prima di essere sottoposto a fermo, mentre i carabinieri e il magistrato stavano ancora ascoltando tutti i partecipanti alla festa per identificare l’assassino, Matias ha chiamato la sua datrice di lavoro. "Erano circa le 17.30, io ero a una festa a Bagolino - continua Silvia -. Aveva una voce strana, mi pareva agitato. Mi ha chiesto se potevamo vederci un attimo di persona perché doveva dirmi una cosa a quattr’occhi. Ora ho capito perché voleva parlarmi di persona".Appena Silvia è tornata a Prevalle ha provato subito a richiamarlo, "ma il suo telefono era sempre staccato. Solo oggi (ieri, ndr) ho saputo che era in caserma, a confessare l’omicidio. Quando Matias ha saputo che l’uomo che aveva ferito era morto, si è fatto accompagnare da un mio cliente dai carabinieri per confessare tutto". E adesso? "Il gesto che ha commesso è da condannare senza esitazioni, ma non lo abbandoneremo. Cercheremo di aiutarlo".
CronacaL’omicidio fuori dalla festa. Il fermo e l’incredulità: "Matias? Un bravo ragazzo. Non lo abbandoneremo"