Maestra morta in ospedale. Indagato il compagno. La Procura: atto dovuto

Stroncata da emorragia cerebrale. Ora l’autopsia .

Maestra morta in ospedale. Indagato il compagno. La Procura: atto dovuto

Si vuole chiarire se l’emorragia cerebrale fatale a Carmela Girasole sia stata causata da una caduta e come sia avvenuta

La Procura ha iscritto al registro degli indagati il compagno di Carmela Girasole, la quarantacinquenne maestra elementare di Brescia morta nei giorni scorsi in un letto di ospedale, pare, per un aneurisma. Un "atto dovuto, esclusivamente funzionale all’esecuzione dell’autopsia", mettono le mani avanti gli inquirenti. Sulla scomparsa improvvisa della docente originaria di Matera è stato aperto un fascicolo per omicidio preterintenzionale. Anche il titolo di reato stando a chi indaga in questa fase embrionale dell’indagine è un passaggio tecnico, per consentire l’espletamento di quanti più accertamenti possibile.

L’esame autoptico, fissato per oggi, sarà dirimente, non solo per fare luce sul decesso ma anche per indirizzare l’inchiesta. Qualcosa di non chiaro, che il pm Francesco Carlo Milanesi vuole capire, comunque c’è. C’è infatti la possibilità che l’emorragia cerebrale che in base ai primi referti ha stroncato Carmela, detta Carmen, insegnante alla primaria Ugolini in città, sia stata provocata da un evento traumatico. Come una caduta dalle scale. E in caso, bisogna verificare se quella caduta sia configurabile come incidente domestico, o se sia il frutto di una spinta da parte di qualcuno. A indurre la procura ad approfondire è stata proprio la segnalazione dei medici del prontosoccorso del Civile, dove l’insegnante nell’ultimo periodo si era recata più volte - almeno tre - lamentando un anomalo mal di testa. Una volta Carmela Girasole avrebbe anche riferito di essere scivolata dalle scale. Ora l’autopsia chiarirà se sul corpo vi fossero dei lividi, e qualora siano confermati, la natura degli stessi e il collegamento con la morte. L’ultima volta ad accompagnare la maestra in Pronto soccorso lo scorso 23 settembre era stato il convivente, un quarantaseienne originario della Tunisia. Dall’ospedale però la docente non è più uscita. Nemmeno un intervento chirurgico d’urgenza l’ha salvata.

Beatrice Raspa