Brescia, 1 maggio 2022 - Ha lasciato il carcere di Verziano la collaboratrice scolastica arrestata giovedì scorso in flagranza per presunti maltrattamenti e lesioni aggravate ai danni di una bimba di sette anni affetta da autismo. Il gip, Francesca Grassani, ha convalidato l’arresto e concesso alla donna i domiciliari così come chiesto dall’avvocato Marco Soldi, che assiste la 33enne. Una richiesta cui non si era opposto il pm titolare dell’indagine, Alessio Bernardi. Tuttavia la gravità indiziaria è stata confermata, le esigenze cautelari pure, anche se è stata ritenuta sufficiente la collocazione a casa per garantirle. L’educatrice, dipendente di una cooperativa e assistente ad personam di una bambina disabile in una scuola elementare della Bassa, ieri nell’ambito dell’interrogatorio di convalida ha scelto di non rispondere al gip. Ha però tenuto a prendere le distanze delle contestazioni con dichiarazioni spontanee. Si è detta "sotto shock" alla vista delle immagini dei terribili lividi rinvenuti sul corpo dell’allieva, lividi che l’accusa addebita alle botte inferte dall’arrestata, e in generale dalle condotte che le vengono mosse, da lei negate.
"Non avrei mai fatto male alla bimba, io le volevo bene", ha fatto sapere. "La mia assistita è una persona normalissima e pulita, che segue altri due bimbi, e non ha mai avuto problemi con nessuno", la difende il suo legale, avvocato Soldi. L’intervento dei carabinieri era scattato giovedì a scuola - non si fa riferimento al paese per tutelare la bimba - in seguito alla denuncia dei familiari. Gli eventi si sono susseguiti in tempi rapidi. Preoccupati e insospettiti che tra le mura scolastiche stesse accadendo qualcosa di anomalo, la scorsa settimana la madre e il padre della vittima avevano deciso di rivolgersi ai militari. La figlia, autistica e con difficoltà di comunicazione verbale, ultimamente aveva cambiato umore. Era diventata riottosa e intrattabile, non voleva assolutamente più andare in classe e sul corpo presentava una serie di lividi inquietanti di cui non si capiva l’origine. Il pm Alessio Bernardi ha disposto l’immediata installazione di microcamere nascoste negli spazi della primaria frequentata dalla bambina. Risultato: in due giorni di monitoraggio, il 27 e il 28 aprile, sarebbero emersi elementi sufficienti a spingere i carabinieri a intervenire. I video avrebbero registrato violenze e vessazioni, botte, schiaffi, pizzicotti, strattoni, tirate di capelli, urlate. I militari hanno dunque fatto irruzione, hanno ammanettato la 33enne e "salvato" la bambina, la quale, vedendoli arrivare, li ha accolti come salvatori. In un filmato la si vede volare in braccio all’operatore dell’Arma, commossa. E felice di essersi lasciata alle spalle un incubo.