BRESCIA – A rischiare il processo sono ora i due ex operai e il fratello Alex. Dopo la conferma in appello della condanna all’ergastolo per il 38enne Giacomo, accusato di avere ucciso e fatto sparire nel forno della fonderia di famiglia a Marcheno lo zio Mario - era la sera dell’8 ottobre 2015, lui si è sempre detto innocente - la procura continua a lavorare.
Sulla scrivania dell’aggiunto Silvio Bonfigli e della pm Caty Bressanelli c’è un’inchiesta bis, aperta a carico dell’addetto ai forni Oscar Maggi e del senegalese Akwasi Abu Aboagye, ma anche dell’altro nipote, Alex. La Corte d’assise, presieduta da Roberto Spanò, al termine del processo di primo grado nel settembre 2022 aveva trasmesso gli atti affinché finissero sotto inchiesta i tre, i quali, pur con ruoli diversi, risulterebbero coinvolti nel delitto. Maggi risponde di concorso in omicidio e distruzione del cadavere, Abu di favoreggiamento, Alex Bozzoli di falsa testimonianza. La loro posizione era già stata vagliata, e archiviata, in fase di avocazione dell’inchiesta dalla procura generale.
La Corte d’assise si è convinta che l’omicidio fu compiuto da Giacomo con la complicità materiale di Maggi e Beppe Ghirardini (l’altro addetto ai forni che fu trovato suicida, con capsule di cianuro nello stomaco, dopo la scomparsa del suo titolare) e la connivenza di Abu e Alex, presunti autori di una "consapevole opera di depistaggio": "Non può sfuggire che i presenti abbiano accuratamente cercato di allontanare Mario dalla fumata anomala delle 19,18, anticipando o posticipando la sua scomparsa" scrisse Spanò nelle motivazioni. Ora la procura attende di capire se anche la Corte d’appello li ritenga coinvolti.