PAOLO CITTADINI
Cronaca

Brescia, Massari vince sul “leone” da tastiera

La rinomata pasticceria Veneta era stata oggetto di un commento "sopra le righe". Il risarcimento devoluto in beneficenza

Iginio Massari

Iginio Massari

Brescia, 4 dicembre 2018 - Galeotto fu il commento, un po’ troppo sopra le righe fatto sulle pagine di Tripadvisor, il portale Internet che raccoglie le recensioni dei clienti di ristoranti e locali in genere. Nel mirino di due clienti, una coppia bresciana sulla trentina, nel maggio del 2013 era finita la pasticceria Veneta di Iginio Massari. «Se questa è la tua pasta di mandorle allora non sai cosa sia la realtà – scriveva il cliente, utilizzando il telefono cellulare della fidanzata, poco soddisfatto dal prodotto acquistato e consumato – La crema pasticcera è vomitevole. Sarai pure un pasticcere stellato, ma se vuoi imparare a lavorare devi assaggiare i nostri prodotti del sud Italia».

Tanto era bastato a Massari per denunciare l’ignoto critico. La vicenda è finita in tribunale e a quel post è stata data l’effettiva paternità con delle veloci indagini che hanno portato alla donna, ma poi all’identificazione esatta dell’autore del commento. Diffamazione aggravata il reato contestato, ma il procedimento è già pronto per essere chiuso. Il caustico commentatore e Iginio Massari, attraverso i rispettivi avvocati hanno trovato un accordo transattivo del quale, però, hanno preferito non fornire la cifra. La coppia di “diffamatori” – nelle prossime settimane l’accordo sarà reso valido da una sentenza – oltre ad aver scritto una lettera di scuse ha risarcito il danno di immagine con una somma di denaro che il pasticcere bresciano ha devoluto alla “Zebra Onlus”, associazione del territorio che tra le proprie finalità ha quella di acquistare materiale diagnostico dedicato ai presidi ospedalieri dedicati ai bambini.

«L’auspicio è che anche Tripadvisor, come altri siti che permettono la pubblicazione di recensioni, adotti una politica di maggiore attenzione – commenta Massari – Nel rispetto della libertà di espressione costituzionalmente garantita va, però, permessa la possibilità di tutelare chi viene bersagliato da recensioni “sopra le righe”».