REDAZIONE BRESCIA

Fa sposare l'amante per il permesso di soggiorno: scoperta la tresca del marito fedifrago

Noto imprenditore molla la moglie per una giovane ucraina irregolare e organizza un finto matrimonio con un naturalizzato per i documenti di PAOLO CITTADINI

Una sposa, foto d'archivio Germogli

Brescia, 21 maggio 2016 - Nessun diamante o viaggio in qualche atollo dei mari del Sud tra agi e ozi di ogni tipo. Il regalo che un noto imprenditore bresciano di 51 anni aveva pensato di fare alla giovane amante ucraina, di cui si era invaghito a tal punto da lasciare la moglie, era un permesso di soggiorno. Per riuscire nell’intento aveva pensato di organizzare un matrimonio di comodo tra la 25enne dell’Est e un bulgaro con cittadinanza italiana che, ovviamente dietro compenso, si era prestato a convolare a nozze. Il 51enne non aveva però fatto i conti con la furia della moglie abbandonata.

Questa, nel maggio del 2013, dopo essere stata lasciata senza alcuna spiegazione ha contattato un’agenzia investigativa. All’investigatore sono bastate alcune settimane di appostamenti per documentare la tresca tra il marito fedifrago e la giovane ucraina. Non era però l’unica notizia che era riuscito a scoprire. «L’amante di suo marito sta per sposarsi con un’altra persona e le partecipazioni sono già state state affisse - ha detto l’investigatore alla sua cliente - Sembra però un matrimonio di comodo». La moglie tradita, dopo aver contattato il sindaco del paese del Garda dove avrebbero dovuto celebrarsi le nozze, ha così deciso nel luglio del 2013 di denunciare tutto alla polizia.

«Mio marito e quella donna convivono da qualche mese in una casa sul lago di Garda – ha fatto mettere nero su bianco la moglie, nel frattempo diventata ex moglie visto che a distanza di tre anni dai fatti ha ottenuto il divorzio – Il matrimonio è solo un trucco per farle ottenere il permesso di soggiorno più velocemente». Le indagini della polizia sono così partite subito e hanno mostrato che la ragazza ucraina tempo prima aveva presentato domanda di emersione attraverso la sanatoria per colf e badanti. Una risposta però non le era ancora arrivata. Così gli agenti hanno bloccato il matrimonio pochi minuti prima che questo venisse celebrato.

Al falso sposo, che ha ammesso il suo coinvolgimento, l’imprenditore avrebbe dato 3mila euro di anticipo promettendogliene altri due mila dopo la celebrazione delle nozze. Nei guai sono così finiti il 51enne imprenditore e il 35enne bulgaro-italiano: entrambi sono finiti a processo per favoreggiamento della permanenza illegale in Italia di uno straniero. Il procedimento, che si sta svolgendo in tribunale a Brescia con il rito abbreviato, è alle battute finali. Ieri era in programma la discussione, ma tutto è stato aggiornato al prossimo luglio quando è attesa la sentenza.