Brescia, 28 giugno 2020 - Da lunedì scorso è sotto scorta, guardato a vista da due agenti della questura. La Prefettura di Brescia per scrupolo ha deciso fosse più sicuro così. Già, perché nei giorni scorsi qualcuno ha preso di mira il presidente di Confindustria Lombardia, il bresciano Marco Bonometti, recapitandogli due proiettili in altrettante buste anonime a lui indirizzate e consegnate nella sede bergamasca degli industriali. Un atto intimidatorio sul quale ora indaga la Procura di Bergamo, che intende capire chi si sia preso la briga di spedire i bossoli.
Contattato, il patron di Omr Automotive rimane in silenzio. Non commenta, né si sbilancia sui possibili autori della minaccia. Anche se è plausibile il gesto sia collegato alla sua presa di posizione contro la chiusura delle aziende durante l’emergenza Covid. Era inizio marzo, i contagi imperversavano, le terapie intensive esplodevano – in quel frangente l’epicentro dell’epidemia erano Alzano e Nembro – e Bonometti dichiarava la sua contrarietà alla zona rossa.
Confindustria Lombardia ritiene "indispensabile la necessità di tenere aperte le aziende, dando continuità a tutte le attività produttive e alla libera circolazione di merci, poiché interrompere oggi le filiere significherebbe perdere il mercato di appartenenza e chiudere imprese di un territorio a forte vocazione export", era la nota diffusa in quei giorni. Una presa di posizione che Bonometti ha sempre difeso sostenendo di essersi allora confrontato con la Regione, "d’accordo con noi nel non ritenere utile, ma anzi dannosa, una eventuale zona rossa sul modello Codogno ad Alzano e Nembro".
Parole che certo hanno avuto un peso politico. Non a caso di recente il leader degli industriali lombardi è stato di recente ascoltato come testimone dalla Procura di Bergamo che indaga sulla presunta mala gestione dell’emergenza. Nel frattempo Bonometti ha incassato numerosi attestati di solidarietà. "Le recenti vicende di cronaca confermano la presenza di un clima di odio verso l’impresa e gli imprenditori, alimentato da importanti attori del dibattito pubblico nazionale", ha sottolineato Confindustria Lombardia. E il Governatore Attilio Fontana, a sua volta sotto scorta dopo gli insulti sui social e i murales con la scritta ‘Fontana assassino’ comparsi a Milano, chiede una "ferma condanna per queste azioni vili e intimidatorie. Quando tempo fa ho detto che il clima stava diventando pericoloso sono stato facile profeta".