Giovanissimo e molto efferato. Cresciuto da solo per strada, senza genitori, senza un tetto sotto il quale dormire e senza la certezza di avere di che mangiare. Senza nessuna paura. Perché era lui a fare paura agli altri. Si parla di un sedicenne originario del Marocco, finito in carcere - al Beccaria di Milano - perché accusato di una sfilza di reati aberranti: tentato omicidio, rapina aggravata, violenza sessuale, lesioni aggravate, porto illegale di oggi atti a offendere, resistenza a pubblico ufficiale. Il giovanissimo, che gli investigatori ritengono arrivato in Italia non accompagnato, stando all’indagine condotta dalla squadra Mobile e dal Commissariato Carmine la scorsa estate ha imperversato in città dando prova di crudeltà e capacità criminale inquietante. Chi indaga gli attribuisce almeno tre episodi violenti commessi tra il 5 luglio e il 5 agosto tra le vie del centro: una rapina perpetrata ai danni di un uomo tra i 40 e i 50 anni, aggredito e derubato dello smartphone con cui, pare, lo stava riprendendo mentre faceva a botte fuori da una pizzeria.
La vittima è stata anche sfregiata al volto e all’addome con un oggetto appuntito, forse una forbice, un coltello o un cacciavite. Il 15 luglio invece il sedicenne avrebbe violentato una donna con il doppio dei suoi anni, avvicinata all’ingresso del parcheggio di un centro commerciale abbandonato dove la stessa, una clochard, dormiva. Il ragazzino l’avrebbe prima minacciata con una forbice, poi tramortita a pugni, infine stuprata. I poliziotti erano riusciti a bloccarlo usando il taser. Rimesso in libertà il sedicenne ha ripreso a delinquere senza pensarci due volte. Pochi giorni dopo, in occasione di una lite con un altro straniero, non avrebbe esitato a estrarre il solito oggetto appuntito per piantarglielo nell’addome. Sottoposto a un intervento chirurgico d’urgenza, il malcapitato si è salvato per miracolo: la lama infatti ha sfiorato gli organi vitali. Di qui la contestazione di tentato omicidio. Nei giorni scorsi la Mobile lo ha rintracciato. Ora è recluso al Beccaria di Milano.Beatrice Raspa