Brescia, 30 ottobre 2024 – La parola diffida è risultata forse eccessiva, perché di fondo c’è la consapevolezza della buona fede. Ma visto che di mezzo ci sono minori, il garante regionale per la tutela dei minori e della fragilità Riccardo Bettiga ha usato il massimo rigore.
Cosa è accaduto? Nei giorni scorsi i referenti provinciali dei tutori dei minori stranieri non accompagnati (Msna) hanno ricevuto una comunicazione dal garante con la diffida, per tutti i tutori volontari, “dal procedere a segnalazioni e ‘prenotazioni’ finalizzate ad abbinamenti personalizzati tra tutori e Msna”.
In sostanza, al garante sono arrivate diverse segnalazioni di tutori che chiedevano di poter essere abbinati a un particolare minore: l’ultimo caso un paio di settimane fa, con un referente provinciale che, in una mail, indicava nome, cognome, luogo di nascita del minore. Una richiesta sicuramente in buona fede, ma che, quanto meno, pone problemi di privacy. “ Nella gestione dei minori stranieri non accompagnati sul territorio lombardo – ha chiarito Bettiga nella sua comunicazione - sono coinvolti numerosi attori i quali, operando nel rispetto del principio del superiore interesse del minore, per quanto di competenza, concorrono a rafforzare e migliorare le diverse misure di accoglienza sul territorio”.
Di questa rete fanno parte i tribunali dei minorenni di Milano e Brescia, le comunità in cui sono ospitati i Msna, il garante ed i tutori, 455 per il territorio del tribunale di Milano, 201 per quello di Brescia secondo i dati più aggiornati forniti dall’ufficio del Garante. In programma ci sono altri dieci colloqui per altrettanti nuovi tutori candidati col bando che chiuderà a 23 novembre.
“Se da un lato ritengo che sia fondamentale la collaborazione tra i diversi soggetti istituzionali coinvolti e che la forza dell’accoglienza stia nella rete, nella partecipazione a tavoli di lavoro con le Prefetture, nella collaborazione con i Tribunali, le comunità di accoglienza e con i Servizi sociali affidatari, dall’altro però è importante che ognuno operi esclusivamente nell’alveo della propria competenza nel rispetto delle norme giuridiche in materia”, è la strigliata di Bettiga.
Quindi il chiarimento sui ruoli: “Pertanto, mentre è facoltà dei tutori volontari chiedere di poter collaborare con le realtà sul territorio con cui hanno, negli anni, stabilito un rapporto di fiducia, l’individuazione e la trasmissione di dati relativi a Msna presenti in comunità e ancora privi di tutela, oltre a violare la normativa sulla privacy, non rientra tra i compiti previsti dalla legge ed è di esclusiva competenza del tutore pro-tempore (responsabile della comunità), servizi sociali segnalanti, Prefettura (per minori nei CAS)”.
Un chiarimento doveroso, che dovrebbe esser sufficiente a chiudere la vicenda per i tutori che, quando sono “liberi“, possono e devono segnalare la loro disponibilità, magari indicando l’area di preferenza in cui operare, ma nulla di più.