BEATRICE RASPA
Cronaca

Montichiari, chiesta condanna a due anni per l’ex sindaco

Chieste condanne per Zanola e i vertici di Systema per omessa bonifica delle ex cave Baratti, Accini e Bicelli, abuso e omissione di atti d’ufficio

Elena Zanola

Montichiari (Brescia), 5 giugno 2019 - Ognuno, con diverse responsabilità, ha contribuito a creare a Montichiari la «pattumiera d’Italia»: dunque merita due anni di carcere. Così si è conclusa ieri la requisitoria del pm Mauro Tenaglia nei confronti degli ex sindaci Elena Zanola e Gianantonio Rosa, e per i funzionari di Systema Ambiente Candido Cerroni, Mario Saioni e Giancarlo Merici. Solo per Merici, ritenuto estraneo a ruoli decisionali, è stata chiesta l’assoluzione. Gli imputati sono alla sbarra per, a vario titolo, omessa bonifica delle ex cave Baratti, Accini e Bicelli, abuso e omissione di atti d’ufficio.

La vicenda risale agli anni ‘90 quando Systema, già Vals.Eco, chiede di realizzare a Vighizzolo una nuova discarica in cambio della bonifica di 4 discariche abusive. L’unica portata termine è quella del sito Bettoni. Per le altre, ritiene Tenaglia, è tutto rimasto sulla carta per «ambiguità, compiacenze e dei sindaci che hanno consentito ai privati di accumulare ingenti profitti». Dell’accordo per aprire la Vals.Eco si parla in una convenzione siglata con il Comune nel ‘93, sfociato nel ‘95 nel via libera di Provincia e Regione con il presupposto di sanare l’ambiente e riconfermato da una nuova convenzione del ‘98 in cui «è chiaro l’obbligo cogente di bonificare quei siti».

Lo stallo nasce dopo le elezioni: «Nel 2003 Systema presenta un piano di caratterizzazione dei siti per chiedere l’autorizzazione alla messa in sicurezza/bonifica. Ma non si procede: i proprietari dei terreni si oppongono alla messa in sicurezza, ossia all’intombamento di 300mila metri cubi di rifiuti. Vorrebbero una bonifica, che è cosa diversa. Il comune tuttavia dice sì alla modifica del piano, anche se la legge prevede si ricorra al primo metodo quando non è praticabile il secondo». E' solo nel 2014 che il Comune si muove: sulla scorta di uno studio in cui si parla di rischio di contaminazione per le falde, emette ordinanze con obbligo di bonifica (ma il Tar le boccia). Quindi ricorre al tribunale civile per imporre a Systema bonifica urgente ma il giudice dice no, non ritenendo imminente il pericolo di inquinamento. Per le difese, che hanno chiesto assoluzioni, l’azienda non ha affrontato la bonifica solo perché nuove leggi avevano fatto lievitare i costi dai 5 milioni del ‘98 a 46 del 2003, dunque insostenibili. Quanto ai sindaci, non si sarebbero mai occupati direttamente di ambiente. Alcune condotte andrebbero prescritte. In ogni caso, hanno concluso, non c’era alcuna urgenza di provvedimenti perché non c’era pericolo per la salute.