BEATRICE RASPA
Cronaca

La morte di Federico Troletti, una manovra azzardata dietro la tragedia sulla Provinciale

Arrestato per omicidio stradale e rimesso in libertà il conducente del furgone contro cui si è schiantato il poliziotto di Malegno, che viaggiava in moto insieme alla cugina

Federico Troletti

Federico Troletti

Piancamuno (Brescia) – C’è una manovra azzardata dietro la morte di Federico Troletti, il 48enne poliziotto nuotatore di Malegno che ha perso la vita nel pomeriggio di martedì in un incidente in moto.

Il conducente del furgone che lo precedeva, un 71enne della Turchia di casa in provincia di Cuneo, avrebbe compiuto un’inversione a U sulla Provinciale 510. Arrestato (ai domiciliari) per omicidio stradale - si tratta del primo caso di applicazione a Brescia della fattispecie del nuovo codice della strada, con arresto facoltativo - è stato rimesso in libertà dal magistrato, che in considerazione della sua incensuratezza e della condotta tenuta dopo lo schianto non ha ritenuto fondate le esigenze cautelari. L’indagato (per omicidio stradale e lesioni gravissime) attenderà quindi l’udienza di convalida da libero.

L’incidente era avvenuto intorno alle 15 a Piancamuno. Troletti, fino a poco tempo fa in servizio alla Polstrada del distaccamento di Iseo e attualmente addetto all’ufficio passaporti di Darfo, viaggiava in sella alla sua moto Benelli in direzione di Brescia. Seduta dietro di lui c’era la cugina 41enne. All’altezza dello svincolo per la Statale 42, uscita Darfo Bergamo, un furgone con a bordo alcuni operai di una ditta milanese specializzata in opere stradali avrebbe invertito improvvisamente la marcia. Il conducente aveva sbagliato strada, e ha travolto il motociclista che lo seguiva.

Troletti è stato sbalzato a metri di distanza, addosso al guardrail, ed è morto sul colpo. La parente che era con lui è stata ricoverata al Civile in gravi condizioni, dove si trova tuttora. Sconvolti i colleghi e gli amici. Nato a Cividate Camuno e residente a Malegno con la moglie e due bambine, il 48enne era stato battezzato il “caimano” del lago d’Iseo. Aveva lo sport nel sangue. Era un atleta eclettico che si dedicava con passione a numerose discipline, dal nuoto allo sci alla mountain bike, passando per l’arrampicata, il karate.