MILLA PRANDELLI
Cronaca

Niardo, il paese senza pace: a 6 mesi dall'alluvione manca ancora l'acqua

Il disastro del luglio scorso ha sconvolto le fonti, lavori sull’alveo dei torrenti: "La sicurezza non è garantita, per ora rifornimenti con le autobotti"

Niardo, i lavori sull'alveo del torrente

Niardo (Brescia) - Niardo, nonostante il coraggio degli abitanti e nonostante l’aiuto di tanta gente comune, oltre che delle istituzioni, non smette di soffrire. Questa volta la popolazione del paese spazzato dall’alluvione della scorsa estate ha dovuto accettare la decisione del sindaco, presa per tutelare la salute pubblica, che prevede fino a data da destinarsi il divieto di usare l’acqua fornita dall’acquedotto comunale per usi igienico sanitari, per cucinare senza bollitura e per dissetarsi.

Tutta colpa del disastro di luglio quando, a 2.400 metri di quota, la pioggia provocò una "colata detritica". Un pezzo di montagna si staccò trascinando a valle massi grandi anche cinque metri cubi; i primi hanno ostruito i torrenti, quelli scesi dopo si sono schiantati contro le case che tremavano come per un terremoto.

Il risultato, mesi dopo, è una lenta ripresa. Nell’immediatezza, nel paese di meno di 2.000 anime in Valcamonica, si contarono 220 edifici, case e negozi, da dichiarare inagibili. E i danni, che nella prima stima erano di 10 milioni, sono già a quota 171 milioni.

Fra le vittime del disastro, anche l’acquedotto. In quota, le fonti sono state sconvolte dallo smottamento. E già dalle prime ore l’acquedotto forniva una portata ridotta. Per ritornare alla normalità è stato necessario un lungo, complesso, programma di lavori, a partire dai torrenti. Per l’ultima, non rinviabile, serie di interventi, l’ennesimo disagio della popolazione. Che ora non ha garantita la sicurezza di quel che esce dal rubinetto. Così, vietato usare l’acqua.

"Una decisione obbligata, perché dobbiamo tutelare la salute della cittadinanza, già così provata – spiega il sindaco Carlo Sacristani – In questo momento stiamo eseguendo opere di somma urgenza che prevedono la pulizia delle briglie del torrente Cobello. Queste opere, che non sono rimandabili, potrebbero avere conseguenze sulla potabilità dell’acqua, di cui non siamo attualmente certi. Siamo in attesa dei risultati, che speriamo non tardino ad arrivare. Nel frattempo in via degli Alpini tutti i giorni arriva una cisterna che rifornisce gli abitanti, a cui va tutta la mia vicinanza, perché so quanto è dura la situazione so quello che anno passato la scorsa estate e negli ultimi mesi. A loro chiedo l’ennesima prova di forza".

"Lavorare nell’alveo è estremamente difficile – spiega il primo cittadino – Con l’escavatore si carica un dumper, ovvero un mezzo speciale che non può girare sulle strade. Il dumper può arrivare solo in prossimità della strada. Lì viene scaricato e il materiale caricato con un altro escavatore su un camion da cava che lo porta nell’area demaniale in località Crist accanto all’Oglio. Abbiamo camion da cava che girano dappertutto tra torrente Re e Cobello. Sicuramente avremo tutti dei disagi ma non si può fare diversamente. Per accelerare le operazioni ho emanato un’ordinanza per non attendere i 15 giorni che la normativa dà ad Arpa Lombardia dopo aver ricevuto le analisi del materiale. Così si può direttamente utilizzare come sottoprodotto di terre e rocce da scavo. Purtroppo, però, ci sono tempi minimi da rispettare". Intanto, è in forse anche la riapertura della ferrovia, in teoria attesa per aprile. Con ogni probabilità non sarà così, perché le opere di ripristino potranno iniziare solo dopo la messa in sicurezza dei torrenti.