Maglietta lacerata sulla schiena e cintura alla mano, ma per i giudici queste circostanze non giustificano la partecipazione agli scontri fra tifoserie, e quindi il Daspo. Il Tar di Brescia ha accolto la richiesta di annullamento del Daspo emesso dalla Questura di Brescia per uno dei tifosi che era stato coinvolto negli scontri tra le tifoserie di Brescia e Cosenza, a seguito della partita dell’1 giugno 2023, in cui rimasero feriti anche dei poliziotti. Un episodio che continua ad avere strascichi giudiziari. Nel caso in questione, l’uomo (con già alle spalle un Daspo del questore di Palermo), è stato “scagionato” da un video. Nelle immagini si vede l’uomo allontanarsi in direzione opposta rispetto alle forze dell’ordine, "dirigendosi verso l’uscita e senza cercare in alcun modo lo scontro".
La Questura, a sostegno della legittimità del provvedimento impugnato, aveva evidenziato due elementi, ovvero la maglietta lacerata sulla schiena e la cintura che l’uomo teneva in mano, "sintomatiche di una chiara e precisa volontà del ricorrente di prendere parte agli scontri, e non di sottrarsi agli stessi". Per i giudici, però, "gli elementi valorizzati dalla Questura non consentono di tratteggiare in modo inequivoco la condotta di un soggetto che ha posto in essere condotte violente, minacciose o pericolose, compiute singolarmente o in concorso con altri". Gli stessi giudici hanno invece rigettato un altro ricorso, sempre per un Daspo legato alla stessa partita: in quel caso, l’esame della documentazione non ha lasciato adito a dubbi sull’identificazione del tifoso del Cosenza che inveiva e affrontava le Forze dell’ordine in assetto antisommossa. F.P.