FEDERICA PACELLA
Cronaca

Non solo digitale. Kairos, l’eterna sfida di misurare il tempo: "Qui storia e futuro"

Brescia, tecnologia per l’orologeria meccanica

I due ingegneri bresciani, Alessandro Metelli (a sinistra) e Andrea Abeni (a destra)

I due ingegneri bresciani, Alessandro Metelli (a sinistra) e Andrea Abeni (a destra)

La sfida affascinante e millenaria di misurare il tempo: questa la vocazione di Kairos Innovation, startup fondata da due ingegneri bresciani, Andrea Abeni e Alessandro Metelli. Nata nel 2022 come spinoff dell’università degli studi di Brescia, Kairos Innovation è parte dell’Innovative Contamination Hub di Csmt. Alla base della startup, l’obiettivo di concretizzare un progetto ambizioso: la progettazione e la realizzazione del movimento meccanico di un orologio da polso.

"Abbiamo due attività principali – racconta Abeni, 31 anni come il collega Metelli –. La prima è la progettazione e la costruzione di orologi meccanici. In particolare, ci occupiamo del marchio orologiera Inceptum, in concessione alla spin off, dal concept al design, dalla costruzione alla commercializzazione. In Italia, su 60 brand siamo quasi gli unici, noi e un’altra realtà, a costruire anche il movimento, che è il cuore dell’orologio. L’altra attività business è il B2B, ovvero facciamo consulenza e progetti di ricerca per aziende, nell’ambito della meccanica di precisione o dell’ottimizzazione di processi industriali".

Quello dell’orologeria non è un settore tipico della produzione italiana, men che meno della manifattura bresciana. I concorrenti sono i giganti della Svizzera, del Giappone, della Cina, ma per la startup bresciana trovarsi in un territorio come quello bresciano ha permesso di stare al passo. "Stiamo portando avanti un’attività artigianale che ha una tradizione secolare – sottolinea Abeni – rivista, però, in chiave tecnologica. Vero che non è un’attività tipica del nostro territorio, ma nel Bresciano possiamo contare sull’indotto della meccanica".

Nel futuro, Abeni e Metelli (ma con loro, come soci di minoranza, ci sono anche due professori universitari) vedono la realizzazione di nuovi modelli e nuovi movimenti, per orologi a edizione limitata. Una storia positiva, ma non per tutti è così. Le startup, infatti, non vivono una delle loro migliori stagioni. "Ci sono regole e difficoltà a livello amministrativo, ma c’è anche lo scoglio della gestione dei costi. Noi abbiamo la fortuna di essere uno spin off universitario, per cui è come essere in un incubatore, che ci ha alleggerito sul fronte degli investimenti per gli impianti. D’altro canto, siamo stati ammessi a valle di un iter molto complesso e, che ci ha permesso di capire meglio cosa ci servisse, cosa volevamo essere. Questo ci ha facilitato, perché è stato anche per noi un percorso formativo, utile a partire con maggiore consapevolezza".

Federica Pacella