REDAZIONE BRESCIA

Non solo Savio: tutti i bresciani finiti nella rete

Indagine della Guardia di Finanza a Brescia: tre arresti, undici perquisizioni e sequestro di 7 milioni per truffa finanziaria. Coinvolto il promotore Marco Savio e altri complici, con accuse di bancarotta e falsificazioni. Banca Progetto collabora con le autorità.

Indagine della Guardia di Finanza a Brescia: tre arresti, undici perquisizioni e sequestro di 7 milioni per truffa finanziaria. Coinvolto il promotore Marco Savio e altri complici, con accuse di bancarotta e falsificazioni. Banca Progetto collabora con le autorità.

Indagine della Guardia di Finanza a Brescia: tre arresti, undici perquisizioni e sequestro di 7 milioni per truffa finanziaria. Coinvolto il promotore Marco Savio e altri complici, con accuse di bancarotta e falsificazioni. Banca Progetto collabora con le autorità.

Ha epicentro a Brescia l’indagine condotta dai militari della Guardia di Finanza di Como per la direzione della Procura del Tribunale di Monza che vede tre arresti, undici perquisizioni e un sequestro da quasi sette milioni di euro per truffa aggravata e altri reati finanziari. Il principale indagato, ora in carcere, è il promotore finanziario di Brescia Marco Savio. Non solo è bresciano, ma è pure fratello di un magistrato della Direzione Nazionale Antimafia per anni in servizio come pubblico ministero in Tribunale a Brescia. Quest’ultimo è risultato del tutto estraneo ai fatti. Il primo degli arrestati è l’amministratore di "Marfin srl", agente monomandatario di Banca Progetto, istituto di credito milanese. In manette è finito anche un altro bresciano: Diego Galli, di 56 anni. Ha invece l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria la 34 enne Federica Burzio: la factotum del gruppo. Non è indagata la banca per cui il promotore finanziario Marco Savio lavorava: Banca Progetto si è dichiarata "soggetto leso" e ha confermato la "volontà a collaborare con la Guardia di Finanza".

Savio, come risulta dall’indagine, ha beneficiato di tre prestiti assistiti - per la maggior parte - dal Fondo centrale di garanzia a favore delle Pmi del Mediocredito centrale. I finanziamenti, ottenuti attraverso la produzione di falsa documentazione e l’alterazione dei bilanci della società, sarebbero stati in parte trasferiti sui conti correnti dell’agente. L’accusa per i tre soggetti sottoposti a misure è di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, bancarotta, false comunicazioni sociali e autoriciclaggio. Sono stati sequestrati profitti illeciti per 700.000 euro. Nei guai, sempre nel corso dell’inchiesta, che ha diversi rami, sono finiti anche un 52enne di Erbusco, Massimo Campa; Giovanni Bonometti, 56 anni di Salò e Kiarara Rodrigues di Facio, 27 anni, di Brescia. Campa e Bonometti dovranno presentarsi alla polizia giudiziaria. Milla Prandelli