
di Milla Prandelli
Hanno fatto divertire almeno tre generazioni di bresciani e bergamaschi, regalando notti magiche nei loro luna park e sulle loro giostre, con i loro spettacoli animati da animali addestrati o da atleti come i contorsionisti e i mangia fuoco. Amatissimi anche per via dell’aurea di mistero che li circondava a causa degli spostamenti continui e della vita in roulottes e camper, ora molti artisti di strada e molti giostrai versano in difficoltà, sia a causa della crisi economica generale, sia a causa del Covid. A raccontare la storia di un gruppo di loro che vive a Paratico in Franciacorta è Marco Ferrari fondatore dell’Associazione Oasi Mamma dell’amore, da anni in prima linea nel sostegno verso il prossimo. "Le persone che incontro una volta la settimana e che vivono in un campo di proprietà di una di loro – spiega Ferrari – sono italiane e arrivano da dinastie da sempre dedite a regalare divertimento alle persone comuni.
Per anni hanno strappato sorrisi ai più piccoli e donato emozioni a giovani e adulti. Oggi sembra che tutti si siano dimenticati di loro, perché hanno dovuto fermarsi". L’area dove vivono alcune famiglie, non tutte imparentate, è ordinata e pulita. Ad accogliere chi entra dal cancello, che si è eccezionalmente aperto per noi perché altri ospiti non vengono accettati, c’è una statua della Vergine, segno della profonda fede che caratterizza gli artisti di strada e i giostrai italiani.
"E’ stata la mia fede nella Vergine a portarmi a conoscere Marco Ferrari – spiega Ivan Triberti, 75 anni, un passato da addestratore di cani – io sono nativo di Bozzolo ma anni fa mi sono trasferito a Capriolo con mio fratello. Poi ho scelto di venire qui. Quando ho visto l’Oasi della Mamma dell’amore con l’effigie della Madonna ho capito che mi avrebbero aiutato. E da allora Marco e i volontari non ci hanno mai lasciato. Ci portano settimanalmente frutta, verdura, pesce, carne, latticini, uova e tutto quello che può servirci per diversi giorni. Li ringraziamo moltissimo". Nell’accampamento ci sono anche alcuni giovani, come Daniel e Michael Zanelli, 30 e 28 anni. "Noi avevamo un “calcinculo” – spiegano – ma è risultato essere troppo vetusto, quindi non ci hanno fatto proseguire. Soldi per prenderne uno nuovo non ne avevamo.
Ci arrangiamo con piccoli lavoretti, ma ci piacerebbe tanto avere un impiego vero. Vogliamo poterci mantenere". Daniel, tra l’altro, si è sposato da poco con una ragazza di casa, ovvero una giovane non giostraia, nata e cresciuta a Sarnico. "La mia vita e il mio amore ora sono questi - sottolinea la giovane donna- mi piacerebbe, però, andare a lavorare e non dover fare le guarnizioni in casa. È durissima e si guadagna poco".