di Beatrice Raspa
LONATO DEL GARDA (Brescia) – Nessun incidente in solitaria con il monopattino ma una tragica caduta da un’auto in corsa. Con il trascorrere delle ore si chiarisce il mistero della morte di Omar Khalaf, il diciottenne di Lonato del Garda deceduto in ospedale la notte tra mercoledì e giovedì dopo quello che inizialmente si riteneva fosse per l’appunto uno schianto in monopattino.
La procura di Brescia ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e per omissione di soccorso. Un’inchiesta - a condurla il pm Jacopo Berardi - che pare destinata a non rimanere a lungo a carico di ignoti. Il caso, infatti, è in via di risoluzione. Mancano gli ultimi accertamenti, le ultime escussioni testimoniali e l’esito dell’esame autoptico, e si arriverà a un punto fermo. Una svolta.
Giovane egiziano cresciuto tra Montichiari e Lonato e residente con la famiglia nella frazione di Centenaro, Omar era stato notato a terra sanguinante in via Mancino, vicino al cimitero di Lonato del Garda, da un passante, nella tarda serata di venerdì 8 settembre. Accanto a lui, c’era un monopattino ammaccato. A tutta prima gli agenti della polizia stradale di Desenzano, intervenuti per i rilievi, avevano pensato a una caduta accidentale dagli effetti devastanti. Il ragazzo non indossava il casco e una volta portato al Civile di Brescia, prima che le sue condizioni precipitassero in modo irreversibile, era stato lui il primo a riferire di essere caduto per conto proprio dal suo monopattino.
"Ero solo", aveva dichiarato Omar. Nelle ore seguenti tuttavia, mentre i poliziotti mettevano insieme i tasselli della vicenda, sono emersi tutta una serie di elementi che non quadravano. Troppe domande senza risposta hanno contribuito a far virare l’indagine in un’altra direzione.
La vittima non risultava aver avuto alcun malore e non era ubriaca al momento della presunta perdita di controllo del monopattino. Aveva trascorso la serata precedente con un gruppo di amici a una festa di compleanno nella zona, poi la comitiva intorno alle 22,30 si era spostata e nelle ore successive pareva esserci un buco temporale nel racconto. Rintracciate alcune persone che erano state in compagnia di Omar, sono saltate fuori versioni contraddittorie e fumose che hanno reso i sospetti dei poliziotti e del magistrato sempre più fondati.
L’ipotesi iniziale dell’incidente in monopattino è stata messa in stand by dagli investigatori che hanno quindi iniziato a valutare altre piste, tutte con il coinvolgimento di terzi che potrebbero aver avuto un ruolo nella morte del diciottenne. Quantomeno sotto il profilo omissivo, perché l’avrebbero abbandonato sanguinante sul ciglio della strada. Si è pensato a un investimento da parte di un’auto pirata, che poi si sarebbe data alla fuga, e appunto alla caduta accidentale da un mezzo in corsa, poi sparito nel nulla. Nelle scorse ore l’analisi puntuale delle telecamere del circondario ha dato una risposta. Una, all’ingresso di via Mancini, avvalorerebbe la seconda ipotesi. Le immagini mostrerebbero un’auto rossa dalla quale il ragazzo sembra sia caduto rovinosamente durante una ripartenza di scatto o un’accelerata, scivolando dal bagagliaio aperto nel quale era seduto con altri giovani. Una bravata che gli è costata la vita.