
Chaanbi Mootaz con Daniela Bani
Brescia, 8 febbraio 2019 - Uccise la moglie scappando in Tunisia. Mootaz Chaanbi, il marito assassino di Daniela Bani, è in carcere a Tunisi dove era scappato il giorno stesso del delitto, il 22 settembre 2014 quando ammazzò la donna con 39 coltellate. Condannato a 30 anni in primo e secondo grado, Chaanbi potrebbe però non lasciare il suo paese di origine. La pena non è ancora definitiva perché pende un ricorso in Cassazione che sarà discusso a settembre. A questo punto è alto il pericolo di mancata estrazione. Da una parte la Tunisia, che non firma l'estradizione, fa sua la condanna a 30 anni e la fa scontare a Chaanbi, o d'altra parte processa in patria il 39enne secondo il Codice penale tunisino. Intanto i genitori della vittima hanno chiesto al ministro Matteo Salvini di chiedere l'estradizione e riportare in Italia l'uomo per fargli scontare la pena.
Ieri il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha firmato la richiesta di perseguimento penale in Tunisia per il presunto omicida. La convenzione bilaterale che regola i rapporti fra Italia e Tunisia, firmata a Roma il 15 novembre del 1967, non consente l'estradizione ma stabilisce che, in caso di reati riconosciuti da ambedue gli stati, si possa fare domanda per perseguire i cittadini che hanno commesso crimini nell'altro Stato. Nella richiesta firmata da Bonafede e inviata per i canali diplomatici alle autorità tunisine, si sottolinea che, "in caso di condanna, qualora per il reato di omicidio volontario aggravato sia previsto nell'ordinamento giuridico tunisino la pena capitale, tale pena non venga applicata ovvero sia oggetto di commutazione in una pena detentiva".