BEATRICE RASPA
Cronaca

L’assassino di Francesca Fantoni assolto in un altro processo

Brescia, era accusato di pesanti molestie a due donne prima dell’omicidio

Andrea Pavarini

Brescia - È in carcere a scontare l’ergastolo che anche in appello gli è stato inflitto per l’omicidio di Francesca Fantoni - sentenza pendente in Cassazione - ma dalle accuse di avere pesantemente molestato 2 sconosciute abbordate per strada è stato assolto ("per non avere commesso il fatto"). Sguardo assente, ingrassato ("Sono gli psicofarmaci" chiarisce il suo legale, Ennio Buffoli) stranamente silenzioso, ieri è tornato in aula Andrea Pavarini, il 35enne giardiniere di Bedizzole che nel gennaio 2020 stuprò, massacrò a calci e pugni e strozzò nel parco pubblico del paese la compaesana, 39 anni, affetta da ritardo mentale. Il nuovo procedimento che lo vedeva imputato era appunto per tentata violenza sessuale, lesioni personali e molestie ai danni di due donne, le quali avevano reso la loro testimonianza proprio durante il dibattimento che si svolse in Assise per il delitto Fantoni, mentre l’omicida dal banco continuava a sbottare negando di essere un molestatore.

I fatti risalgono al 17 e 18 gennaio 2018, due anni prima dell’omicidio dunque. La prima parte offesa era una mamma 29enne che spingeva il passeggino, incontrata per caso lungo un sentiero di campagna di Bedizzole da un uomo che stando alla prospettazione accusatoria originaria era il giardiniere. Ossessionato dalla sfera sessuale e incapace di controllarsi, Pavarini in base a quanto riferito dalla donna le si era buttato addosso, l’aveva spinta per terra e aveva provato a spogliarla, non riuscendoci solo per la forte reazione opposta. La signora riportò lesioni giudicate guaribili in sette giorni. Il giorno seguente invece sempre Pavarini avrebbe seguito una 25enne nei bagni pubblici della stazione di Desenzano, si sarebbe arrampicato su un muro per spiarla e all’uscita l’avrebbe approcciata con frasi lascive. Chiamate a riconoscere in aula l’imputato come l’autore degli assalti, entrambe le presunte vittime tuttavia si sono dette incerte, non hanno confermato graniticamente il riconoscimento, aprendo dunque all’impossibilità di una condanna oltre ogni ragionevole dubbio. Di qui la richiesta di assoluzione anche da parte del pm Alessio Bernardi, perorata poi dall’avvocato Ennio Buffoli e, infine, accolta dai giudici (presidente, Roberto Spanò).