Brescia, 19 novembre 2023 – Fondi per i centri antiviolenza, educazione sessuale ed affettiva nelle scuole, dagli asili all'università, stop alle discriminazioni sul posto di lavoro, per porre fine alla cultura del patriarcato e, con essa, ai femminicidi.
Questo ha chiesto la piazza bresciana che questa sera, a poche ore dal ritrovamento del cadavere di Giulia Cecchettin, si è radunata in piazzetta Bell'Italia (anche ribattezzata informalmente piazzetta Non una di meno, perché qui si ritrova il movimento ogni 8 del mese per dire no alla violenza di genere).
Quasi 500 persone, tra cui i consiglieri comunali Francesco Catalano e Valentina Gastaldi, hanno preso parte al presidio e poi alla passeggiata «arrabbiata e determinata» per le vie del centro.
«Lo sapevamo tutte che Giulia non sarebbe tornata, nonostante la narrazione dei fidanzatini scomparsi – la constatazione di Pamela Marelli, attivista di Non una di meno Brescia -. Siamo a 105 donne uccise da inizio dell'anno. Vorremmo che Giulia fosse l'ultima, ma questo è possibile non solo con la cultura repressiva, perché sappiamo che la galera non permette il recupero delle persone. Serve la prevenzione, soldi ai centri antiviolenza, educazione affettiva e sessuale a scuola, perché solo smantellando la cultura del possesso potremo avere relazioni di amore che iniziano e finiscono, senza che la donna rischi la vita».