BEATRICE RASPA
Cronaca

Brescia, l’omicidio di Jessica Mantovani senza un colpevole. La svolta dopo 6 anni: quegli abiti sporchi di sangue e una confessione. “Si continui a indagare”

Il legale del padre della 37enne di Villanova sul Clisi si oppone all’archiviazione e chiede nuovi approfondimenti su un albanese irreperibile e sulle sue ammissioni alla moglie: “Ho fatto una stupidaggine...”

Il ritrovamento del cadavere nel giugno 2019. Sotto, Jessica Mantovani e il padre Giovanni

Il ritrovamento del cadavere nel giugno 2019. Sotto, Jessica Mantovani e il padre Giovanni

Brescia, 12 marzo 2025 – C'è un terzo indagato per l'omicidio di Jessica Mantovani, la 37enne di Villanuova sul Clisi che nel giugno 2019 fu pestata e gettata nel canale di scolo della centrale idrolettrica di Prevalle. E non c'è più traccia di lui, perché è irreperibile. È quanto è emerso oggi in aula durante la discussione dell'opposizione alla richiesta di archiviazione dell'inchiesta bis da parte dei legali del padre della vittima, Giovanni Mantovani. L'indagato, la cui posizione però rischia di venire archiviata, è un cittadino originario dell'Albania che negli ultimi anni si era trasferito con la moglie dalla provincia di Brescia in Germania. E che ora non si trova.

Parole sospette

La seconda inchiesta nel quale è coinvolto era scaturita dalla clamorosa confidenza ricevuta nel 2023 da una donna da parte di una vicina – la moglie dell'indagato, ndr – la quale le avrebbe riferito che la sera dell'omicidio il marito era rincasato a notte fonda con gli abiti completamenti bagnati e sporchi di sangue. Il consorte le avrebbe confessato di aver fatto una stupidaggine da cui non sarebbe più potuto tornare indietro. La moglie sospettava che Jessica Mantovani fosse l'amante del marito, dal quale poco dopo il delitto decise di separarsi. Stando agli avvocati della famiglia della vittima, Paolo De Zan e Giovanni Picchieri, "non sono stati fatti sufficienti approfondimenti mirati". 

Due indagati prosciolti

Il giudici per le indagini preliminari si è riservato la decisione. Per l'omicidio era finito a processo nell'ambito dell'indagine principale un amico della 37enne, Giancarlo Bresciani, ritenuto estraneo alle accuse (e condannato solo per induzione alla prostituzione). Sotto indagine era finito anche un 25enne vicino di casa di Bresciani - fu trovata una sua traccia biologica mista al profilo genetico della vittima a casa di Bresciani - la cui posizione fu archiviata.