REDAZIONE BRESCIA

Omicidio di Laura Ziliani, forse drogata e soffocata. E spunta l'ipotesi di altri complici

In carcere sono finite due figlie della donna ed il fidanzato di una di loro. Ma qualcuno può aver dato una mano ai tre giovani nell’occultamento del cadavere?

Laura Ziliani

Temù (Brescia), 27 settembre 2021 - Proseguono le indagini per l'omicidio di Laura Ziliani, la 55enne ex vigilessa di Temù trovata morta lo scorso 8 agosto, dopo la sua scomparsa nel mese di maggio. Nel frattempo, le figlie Silvia e Paola Zani, 27 e 19 anni, attendono di incontrare domani mattina il gip Alessandra Sabatucci per l’interrogatorio di garanzia. Chi le ha viste sostiene siano calme, impassibili, silenziose. Poche emozioni. Così come Mirto Milani, laureato in psicologia e sopranista lecchese, che affronta la custodia cautelare in isolamento nel carcere di Canton Mombello. Ancora non si sa se "il trio criminale" - come è stato ribattezzato nelle carte delle inchiesta - deciderà di rispondere alle domande o se al contrario si avvarrà della facoltà di non rispondere. 

Caso Ziliani, tutti gli errori del trio criminale

A dispetto della giovane età e dell’incensuratezza, i tre giovani  avrebbe mostrato – secondo i magistrati – "efficienza criminale" e non "comune freddezza" nel sopprimere Laura Ziliani, un ostacolo alla loro volontà di disporre del suo patrimonio a molti zeri. Prima l’hanno stordita con un composto a base di Bromazepam, un ipnotico-ansiolitico, è la ricostruzione accusatoria, e poi l’hanno uccisa. In che modo ancora non si sa, ma l’ipotesi è che sia stata soffocata, forse con un cuscino. 

Laura Ziliani, stordita dai faramci e soffocata nel sonno

Ma se le cause della morte della 55enne non sono ancora del tutto chiare, spunta anche un altro elemento: potrebbe esserci il coinvolgimento di qualche complice? Qualcuno che può avere dato una mano nell’occultamento del cadavere? Non a caso il corpo, rinvenuto sul greto dell’Oglio l’8 agosto, tre mesi esatti dopo l’omicidio – indosso solo canotta e mutande – non appariva deteriorato a sufficienza da far supporre una permanenza all’aperto, alla mercé degli agenti atmosferici. Il pm Caty Bressanelli e i carabinieri sono in attesa delle conclusioni della consulenza del medico legale Andrea Verzeletti, che non ha trovato segni di violenza, né di malori, ma ha isolato nella vittima tracce significative del farmaco, assunto "in quantità tali da non aver avuto un ruolo diretto nella morte ma idonee a compromettere le capacità di difesa", si legge nell’ordinanza.

La scomparsa, il ritrovamento e le bugie: le tappe del caso Ziliani