Temù (Brescia), 28 settembre 2021 - Uno snodo importante, forse decisivo, in quello che è diventato il giallo dell'estate: l'omicidio di Laura Ziliani. Domani, per la prima volta dopo il loro arresto, le sorelle Silvia a Paola Zani, 27 e 19 anni, accusate dell'omicidio della madre 55enne, saranno interrogate dal gip e potranno fornire la propria versione dei fatti. Nel carcere bresciano di Verziano è previsto infatti l'interrogatorio di garanzia delle due ragazze mentre a pochi chilometri di distanza, nell'altro carcere cittadino, quello di Mombello, lo stesso farà Mirto Milani, il 27enne ritenuto complice delle due sorelle con cui intratteneva rapporti sentimentali. Forse è proprio lui la "mente" del delitto compiuto per ragioni economiche, secondo gli inquirenti: l'obiettivo sarebbe stato quello di acquisire le proprietà di cui l'ex vigilessa di Temù era titolare.
L'agenda
Da quando si apprende verranno ascoltate prime le due ragazze mentre il 27enne detenuto a Canton Mombello sarà interrogato per ultimo. Il giudice per le indagini preliminari chiamato a convalidare o meno arresti e misure cautelari è Alessandra Sabatucci. I tre, come emerge dall'ordinanza, sono difesi dai legali Elena Invernizzi e Maria Pia Longaretti.
Le certezze degli inquirenti
La prorcura di Brescia ha pochi dubbi sulla colpevolezza dei tre. Un castello accusatorio incardinato sulle troppe contraddizioni, i tentativi di depistaggio, le informazioni false fornite agli investigatori. Una catena di errori, dunque, non sfuggiti agli occhi delle telecamere e dei vicini. Nessun dubbio neppure sul movente, consolidato da quanto ha scritto il gip: "Gli accertamenti patrimoniali, disvelavano l'esistenza di precisi interessi di natura economica in capo ai protagonisti della vicenda" e ancora: "il contenuto delle captazioni offre elementi di riscontro all'ipotesi accusatoria: risulta infatti accertato in capo a tutti e tre gli indagati, un chiaro interesse a sotituirsi a Ziliani Laura nell'amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare".
I punti oscuri
Restano pero' ancora diverse cose da chiarire: come e' avvenuto l'omicidio e dove sia rimasto il corpo della vittima dall'8 maggio, data ipotizzata del delitto, all'8 agosto, data del ritrovamento. E ancora, se vi siano stati altri complici, almeno nell'opera di occultamento del cadavere. Proprio attorno all'ipotesi dell'esitenza di altri complici si sta indirizzando l'attività investigativa. L'autopsia sul corpo, ritrovato senza vestiti, solo canotta e mutande, nel greto dell'Oglio, ha permesso di isolare tracce evidenti di un farmaco (Bromazepam) con cui la Ziliani sarebbe stata stordita prima di essere soffocata. Questa la pista principale degli investigatori che attendono gli esiti finali della perizia del medico legale. Segne di violenza, tuttavia, non sarabbero stati rilevati.