REDAZIONE BRESCIA

Omicidio di Laura Ziliani, lo psichiatra in aula: “La figlia aveva piena capacità di intendere e volere quando ha ucciso”

Il perito nominato dalla corte d’Appello che ha analizzato i tre imputati: “Dicono che avevano paura di essere uccisi, ma sembra solo una linea difensiva concordata”

Silvia Zani durante il processo. Nel riquadro, la vittima Laura Ziliani

Brescia – È ripreso nella mattina di oggi, lunedì 19 settembre, il processo per l’omicidio di Laura Ziliani, ex vigilessa di Temù (Brescia), nel quale sono imputate le figlie Paola e Silvia Zani e il fidanzato di quest’ultima, Mirto Milani

Laura Ziliani insieme alle figlie Paola e Silvia, e Mirto Milani
Laura Ziliani insieme alle figlie Paola e Silvia, e Mirto Milani

Davanti ai giudici della Corte di Assise di Brescia è stato il turno dello psichiatra Giacomo Filippini, che ha realizzato la perizia psichiatrica sugli imputati per conto della Corte. Lo specialista ha spiegato che “Silvia Zani ha e aveva una piena capacità di intendere e volere nel momento in cui ha ucciso la madre”. Filippini ha anche aggiunto che per tutti e tre gli accusati “non abbiamo a che fare con patologie di tipo psicotico”. 

Lo psichiatra si è anche espresso sul movente che i tre hanno fornito ai giudici e cioè che avrebbero ucciso la donna perché convinti che lei volesse uccidere loro: “Escludo che si potesse trattare di convinzioni deliranti. C’è la concreta possibilità – ha aggiunto Filippini – che si sia trattato di una linea difensiva preordinata, concordata dai tre e sostanzialmente mantenuta ferma fino ad oggi”.