REDAZIONE BRESCIA

Omicidio Ziliani, chi sono le figlie e il fidanzato Mirto che hanno ucciso la vigilessa

Studentessa, fisioterapista e cantante lirico. Il ritratto del trio diabolico che ha confessato l'uccisione della vigilessa

Paola e Silvia Zani, Mirto Milani

Alla fine hanno confessato. Prima Mirto Milani, il fidanzato di Silvia, una delle due figlie di Laura Ziliani, la vigilessa trovata morta a Temù l'8 maggio di un anno fa. Poi, stamattina, avrebbe confessato anche Silvia Zani, la figlia minore della vigilessa uccisa.

Mirto e Silvia, insieme a Paola, altra figlia della vigilessa, erano stati arrestati nel settembre scorso con l'accusa di essere gli autori dell'omicidio. Da allora non avevano mai parlato. Sino a ieri. Ma chi sono Paola, Silvia e Mirto? Perché avrebbero ucciso la donna?

Laura Ziliani

Chi sono Paola e Silvia

Laura Ziliani aveva tre figlie, ma solo due sono state arrestate. Si tratta di Silvia e Paola Zani: la prima è una fisioterapista di 27 anni, mentre la seconda è una studentessa di Economia di 19 anni. Le due ragazze  - che hanno una sorella, neppure mai indagata e che soffre di una forma di autismo - ​il 24 settembre erano state prelevate nella loro abitazione in un condominio di via Galvani alla periferia di Brescia.

Chi è Mirto Milani

Poche ore dopo l'arresto delle due sorelle era stato portato in carcere anche il fidanzato di Silvia, Mirto Milani. Il giovane ha 28 anni ed è nativo di Calolziocorte, nel Lecchese, ma residente a Roncola San Bernardo, nella Bergamasca. E' laureato in Psicologia, ha studiato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano ed è un sopranista, cantante lirico. Silvia e Mirto si erano conosciuti una decina di anni fa durante una vacanza studio nel Regno Unito.

Mirto Milani, 27 anni

Come sarebbe stata uccisa

Secondo gli esami tossicologici la Ziliani, una donna di 54 anni, in buona salute, amante della vita all’aria aperta e delle escursioni in montagna, venne stordita, narcotizzata con bromazepam e delorazepam, composti di benzodiazepine che, ha scritto il professor Andrea Verzeletti nella relazione medico legale, avrebbero prodotto "sonnolenza, torpore, ridotta capacità di movimento e in generale di reagire a insulti lesivi esterni". Farmaci "‘sicuri’, cioè assai difficilmente in grado da per sé soli di portare alla morte un soggetto". Nessuna ferita, nessuna frattura, nessuna lesione o contusione importante rilevata dall’autopsia. Nessun riscontro di una sofferenza fisica.

L'occultamento del cadavere

Quella del soffocamento è allora l’ipotesi più plausibile. Laura Ziliani sarebbe quindi morta per "asfissia meccanica" provocata con qualcosa di soffice, secondo il pm bresciano un cuscino o un sacchetto di plastica. Era la notte fra il 7 e l’8 maggio di un anno fa, nell’abitazione di via Ballardini, a Temù. Il corpo, vestito con una canotta e un slip, venne quindi trasferito e sotterrato in riva all’Oglio. Sarebbe stata l’onda di piena del fiume, gonfiato dalle piogge, a disseppellirlo, secondo gli accertamenti medico legali, trasportandolo solo per pochi metri e lasciandolo coperto da un leggero velo di sabbia mista a terriccio. Accadeva nel pomeriggio del 5 agosto, tre giorni prima del casuale ritrovamento.

Il comportamento dopo la morte della donna

Era felice, Laura Ziliani, la sera di venerdì 7 maggio, nella casa di Temù. Le figlie le avevano fatto trovare una torta per la festa della Mamma, la domenica dopo. Laura è tanto contenta che fotografa il dolce con il cellulare e invia l’immagine a Riccardo Lorenzi, odontotecnico di Roncadelle, suo fresco compagno. La festa sarà completata con una gita domenicale: mamma e figlie andranno a Ceto da amiche. Quelle della notte saranno invece per l’ex vigilessa di Temù le ultime ore di vita. La torta preparata da Silvia e Paola pare stare a cuore anche a Mirto Milani, il fidanzato di Silvia, tanto che la mostra a Nicoletta Chirica, la vicina di casa a cui Laura Ziliani, un mese prima della sparizione, ha raccontato di avere dormito per trentasei ore dopo avere sorbito una tisana preparata dalle figlie.

"Mirto — ha riferito una vicina — mi faceva anche entrare nell’atrio appena dentro la porta d’ingresso dove è presente un frigorifero: lo apriva e mi faceva vedere la torta che avevano preparato Silvia e Paola per festeggiare la festa della Mamma". Quella di Nicoletta Chirica è una testimonianza importante perché prospetta agli occhi degli investigatori alcune stranezze delle sorelle Zani rispetto ai comportamenti abituali. Come l’inusuale sveglia mattutina venerdì 8 maggio. "Silvia e Paola di solito si alzavano tardi alla mattina mentre il giorno dell’8 maggio 2021, alle ore 7.10 c’erano le luci accese sia della camera di Laura, del suo bagnetto privato, sia la luce accesa del bagno grande. Lo so in quanto sopra la parete della mia sala c’è un grande orologio. Questa cosa mi ha un po’ stupito perché le ragazze, come ripeto, si svegliano sempre molto tardi. Pertanto ho subito pensato che fosse arrivata Laura, che era l’unica mattiniera".

Altre stranezze

Non è questa la sola stranezza notata dalla vicina. Quando si presentava Laura, Mirto Milani si allontanava dall’abitazione al numero 11 di via Ballardini. Contrariamente alla norma questo non avviene nel tardo pomeriggio di quel 7 maggio. "Quando arrivava Laura a Temù il fidanzato di Silvia, Mirto, se ne andava. Venerdì 7 maggio 2021, verso le ore 18, l’ho notato pulire l’abbaino davanti al mio balcone. Posso riferire che è rimasto in casa con Silvia, Paola e Laura in quanto, la domenica successiva alla scomparsa di Laura, ovvero il 9 maggio, l’ho incrociato per strada e gli ho chiesto come andava. Mirto mi ha risposto che lui aveva visto per l’ultima volta Laura, che stava andando a fare la passeggiata, alle 7.16 del sabato mattina (8 maggio ndr.) e Mirto mi confermava l’orario in quanto lui e Silvia erano svegli a guardare un film". È allora che Mirto Milani fa entrare la vicina e apre il frigorifero per mostrarle la torta per la festa della Mamma.

Il movente economico

Secondo il quadro accusatorio, l’intento del 'trio diabolico' era quello di sostituirsi a Laura Ziliani nell’amministrazione di un cospicuo patrimonio immobiliare di fabbricati e terreni di cui la donna era comproprietaria insieme con le due figlie, con gli affitti che garantivano redditi sicuri e importanti. Tutto, secondo Mirto Milani, gestito in maniera irresponsabile dalla suocera. Gli investigatori hanno registrato alcune conversazioni in cui le due sorelle commentavano la situazione patrimoniale della madre, precisando la volontà di impossessarsi il prima possibile del canone d'affitto di alcuni appartamenti.