Chiari (Brescia) – Quarantaquattro sindaci del territorio avevano firmato una lettera in cui chiedono che Asst Franciacorta realizzi, con il supporto di Regione Lombardia e dello Stato, un nuovo ospedale al posto di quello di Chiari: l’ospedale Mellino Mellini, che è il più grande del territorio e che si trova nel centro alla cittadina dell’Ovest bresciano. Nella lettera i sindaci elencano i gravi limiti strutturali dell’attuale presidio, che essendo collocato nel centro di Chiari ha anche alcune criticità logistiche nonostante sia stata rinnovata l’area esterna e realizzati nuovi parcheggi.
Nelle scorse ore in Giunta regionale a Milano è stato approvato il documento per l’intervento nell’area dell’Asst Franciacorta. È pure stata approvata la mozione presentata dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Diego Invernici che impegna dunque la Giunta a dare mandato all’azienda ospedaliera di realizzare uno studio di fattibilità finalizzato a valutare i costi e i benefici della costruzione di un nuovo presidio ospedaliero rispetto alla ristrutturazione di quello esistente, tenendo conto della situazione attuale, delle esigenze future della popolazione, delle possibilità di sviluppo, delle limitazioni fisiche e strutturali dell’ospedale esistente e infine dei risparmi sui costi di gestione che deriverebbero da una struttura realizzata ex novo.
«Ritengo sia necessario valutare operativamente la costruzione di un nuovo presidio sanitario anziché la ristrutturazione di quello esistente a Chiari – ha precisato il consigliere regionale Invernici - L’ospedale di Chiari è una struttura realizzata più di un secolo fa, con una struttura che attualmente mostra significative limitazioni. A seguito della riorganizzazione e riconversione dei presidi territoriali afferenti alla ASST, l’ospedale di Chiari svolge oggi un ruolo di hub per tutta la ASST Franciacorta. Nel corso degli anni, il presidio ha subito una serie di interventi di ristrutturazione e riqualificazione che, pur avendo migliorato alcune aree, non hanno potuto superare i limiti fisici, strutturali, antisismici e antincendio della struttura originaria».