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Piazza della Loggia, processo a Marco Toffaloni: mancava il domicilio, tutto da rifare

Accolta un’eccezione della difesa, si riparte dall’udienza preliminare. L’ex militante di Ordine Nuovo, oggi residente in Svizzera e cittadino elvetico, all’epoca dei fatti era minorenne

La strage di piazza della Loggia; nel tondo, il giovane riconosciuto come Marco Toffaloni

Brescia - Il processo cominciato oggi, giovedì 7 ottobre a Marco Toffaloni, l’ex militante veronese di Ordine Nuovo accusato di essere uno degli esecutori materiali della strage di piazza della Loggia, deve ripartire dall'udienza preliminare.

Lo ha deciso il Tribunale dei minori di Brescia accogliendo un'eccezione della difesa dell'uomo, all'epoca minorenne. Agli atti non risultava un'elezione di domicilio valida, circostanza che ha portato alla nullità di tutte le notifiche. Si ricomincia dunque dal gup e da una nuova decisione sul rinvio a giudizio. Il procedimento avrebbe rischiato di essere poi annullato in qualsiasi grado di di giudizio, se anche i giudici avessero deciso di trovare una 'scappatoia' giuridica per sanare il 'difetto' del mancato domicilio in primo grado. 

"L'elezione di domicilio presso l'avvocato deve essere esplicitamente accettata e autenticata e non basta la regolarità della semplice nomina del difensore. Corretta la decisione dei giudici. Era concreto il rischio che un processo così complesso e rilevante fosse dichiarato nullo già in Appello", ha commentato infatti all’Agi l'avvocato Federico Sinicato, legale dei familiari delle vittime della strage, che provocò 8 morti e cento feriti. 

Manlio Milani, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime strage di piazza della Loggia, Brescia
Manlio Milani, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime strage di piazza della Loggia, Brescia

Sulla stessa lunghezza d’onda Manlio Milani, presidente dell'associazione delle vittime: “Meglio un passo indietro oggi che tre domani. Ciò che ci interessa è l'accertamento della verità e che questa, una volta raggiunta, sia inattaccabile sotto tutti i punti di vista”.

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Marco Toffaloni, oggi 66enne, attualmente risiede in Svizzera ed è cittadino svizzero con le generalità di Franco Maria Muller. All’epoca della strage, avveuta il 28 maggio del 1974, aveva 17 anni: per questo il suo caso è stato trattato dalla procura presso il Tribunale dei minori. A fare il suo nome per la prima volta, nel corso delle innumerevoli evoluzioni giudiziarie della vicenda, fu il collaboratore di giustizia Gian Paolo Stimamiglio. A lui Toffaloni avrebbe riferito di “aver avuto un ruolo tutt'altro che marginale nella strage”. Soprannominato 'Tomaten' per la  sua tendenza ad arrossire, Toffaloni avrebbe dunque rivestito un ruolo chiave nell'esecuzione della strage assieme a Roberto Zorzi, anche lui indagato, ma da 'maggiorenne', nell'ultima inchiesta della Procura di Brescia.