BRESCIA
Pioggia e divieti non hanno fermato chi, comunque, ieri pomeriggio ha voluto manifestare per la Palestina. Al coordinamento per la Palestina bresciano, di fatto, la Questura ha chiesto di spostare ad altro giorno la manifestazione, per ragioni di ordine pubblico. "Un no che ci ha sorpreso – ha spiegato il presidente Alfredo Barcella, nella conferenza stampa che ha sostituito il presidio – facciamo da anni iniziative senza problemi. Abbiamo capito che non è una decisione locale, ma nazionale, quindi abbiamo indetto la conferenza stampa per dire che non siamo d’accordo sul bloccare la manifestazione, è un divieto lesivo della libertà". Nelle prescrizioni "esigenze di sicurezza pubblica" della Questura non si fa riferimento esplicito alla data del 7 ottobre, giorno dell’attacco di Hamas ad Israele, esattamente un anno fa. "L’azione non nasce il 7 ottobre, ma da 76 anni di occupazione israeliana – continua Barcella – di espropri, di violenza, in cui il mondo ha taciuto". Tanti hanno partecipato alla conferenza stampa e sono rimasti in largo Formentone, per iniziativa personale (non quindi del coordinamento), urlando "Free Palestine".
"Tra le prescrizioni c’è anche quella dell’uso del megafono – ha spiegato Umberto Gobbi – ma io lo uso e se voglio fare slogan li farò, non credo di nuocere così alla pace nel mondo". Imponente il dispiego di forze di polizia, viste le polemiche che hanno accompagnato la manifestazione e, soprattutto, le sue limitazioni. I consiglieri di maggioranza Francesco Catalano, Valentina Gastaldi, Raisa LAbaran e Iyas Ashkar domenica avevano espresso preoccupazione per l’intervento della Questura e avevano chiesto alle istituzioni di ripensarci. F.P.