
Paolo Zampiceni con il figlio Francesco
Giovani adulti con disturbi dello spettro autistico in netto aumento, ma i servizi restano limitati e, per molti, inaccessibili. Nell’aumento, ormai consolidato in tutto il mondo occidentale, di diagnosi di disturbo dello spettro autistico, c’è un dato che spesso si perde nei numeri complessivi, ovvero quello del trend degli adulti con autismo. Lo ha evidenziato Paolo Zampiceni, presidente di Autismando e papà di un ragazzo con disturbo dello spettro autistico. Dall’analisi dei nuovi dati di Ats Brescia emerge che, al 31 dicembre 2024, i casi complessivi sono 3675, con un incremento in un anno di 665 (+22%); di questi, il 23,3% sono minori. "A fronte di un aumento così significativo non c’è stata una crescita proporzionale delle risorse disponibili – ricorda Zampiceni –. Buona parte dei finanziamenti derivano da fondi introdotti nel 2011 sui progetti sperimentali. Poi si sono aggiunte le misure, come la B1, ma non sono state delle risposte di sistema. E poi c’è l’aspetto con cui nessuno fa i conti, ovvero che i ragazzi diventano adulti".
Nella fascia tra 20 e 29 anni, classe d’età in cui si collocano le persone che chiedono l’accesso ai servizi semiresidenziali per l’età adulta, si è passati da 196 nel 2018 a 314 nel 2024. "È vero che, fortunatamente, non tutti hanno bisogno di un supporto quotidiano come quello garantito dai servizi semiresidenziali ma, considerato che i posti disponibili sono bloccati da anni il risultato noto alle famiglie degli interessati è l’aumento importante dei tempi d’attesa per l’accesso ai servizi. Per i prossimi anni è certo che questa popolazione sia destinata ad aumentare. Vero è che l’orientamento attuale è di pensare a progettualità in cui il ruolo dei servizi si modifica, come quelli per la vita autonoma, ma per l’autismo più severo oggi non ci sono altre risposte".
Le riforme ci sono, le sperimentazioni anche, ma per metterle in atto serve personale formato. "Anche nei casi di forme gravi di autismo, le persone, supportate da un educatore, potrebbero avere la possibilità di una vita autonoma, in una casa propria. Ma esperienze di questo tipo non ce ne sono. Si fa presto a mettere in campo slogan sul diritto a scegliere dove e con chi vivere, ma se non ci sono sbocchi restano principi bellissimi, ma sulla carta".
Un altro dato che colpisce è che, tra le 694 nuove diagnosi del 2024 in Ats Brescia, circa la metà riguarda la fascia 7 - 19 anni, in controtendenza rispetto al triennio precedente, quando la maggior parte dei nuovi casi rilevati era fra 0 e 6 anni. "Difficile dare una interpretazione a questo dato. Può essere una ‘esplosione’ di casi ad alto funzionamento, giunti alla diagnosi in maniera più tardiva, oppure problemi nei percorsi di diagnosi precoce".