
Cinzia Ardigò
Brescia, 5 agosto 2017 - Da quando si occupa di animali Cinzia Ardigò, assistente scelto in forza alla Locale di Brescia, ha raccolto un campionario di aneddoti degno di un’enciclopedia. Il suo pane quotidiano sono cani, gatti, pesci, volatili, serpenti, pecore, tartarughe. La bionda motociclista sfreccia per la città in sella al suo bolide per controllare che gli amici a quattro o due zampe se la passino bene e nel rispetto della legge. Approfondisce segnalazioni, opera verifiche e blitz, dà consigli e, se è il caso, appioppa multe, sequestra e denuncia. «Arrivano a me le segnalazioni dello Sportello tutela animali del Comune, solo il 20% degli esposti – dice Cinzia, che è anche guardia zoofila – il resto me lo passa il Comando».
La stragrande maggioranza delle uscite, spiega, è per presunti maltrattamenti o per il rapporto di convivenza difficile tra vicini per via dei cani in condominio. «Tenerli è del tutto lecito, nessun regolamento può vietarli – chiarisce l’agente, che su microchip, guinzagli e museruola tiene corsi in parchi e circoscrizioni – Se i cani abbaiano a dismisura in genere è perché rimangono soli a lungo. In questi casi è utile rivolgersi agli educatori cinofili». Troppo spesso però i proprietari provano a cavarsela con i collari elettrici, che danno una scarica all’animale appena emette un suono: «E’ una pratica crudele e illegale, per la Cassazione si configura il maltrattamento e ne sto sequestrando molti».
Cinzia, che in caso di interventi complessi conta sul collega Ivan Zamboni, gira anche a caccia di cani tenuti in catena, altra pratica illegale grazie al recente decreto attuativo della legge regionale 33/2009. Nel 2016 si è occupata di 74 esposti, nei primi cinque mesi del 2017 di 25. Le sanzioni l’anno scorso sono state 64, quest’anno 50. Gli interventi invece 325 nel 2016, 179 nel 2017, che si è aperto con 4 denunce per maltrattamenti e il salvataggio di tre cani chiusi su un’auto.
I casi che più le sono rimasti impressi? «Troppi», scuote la testa. C’è il pitone di due metri fuggito da un’abitazione («L’ho recuperato in uno sgabuzzino a casa dei vicini»), o la multa di 20mila euro verbalizzata a un veterinario pizzicato in flagranza a buttare nel cassonetto un cagnolino morto («Estate 2014»). «Negli anni la gente si è fatta più rispettosa per anagrafe e deiezioni. Spesso, però, considera ancora gli animali oggetti da adottare in base alle mode, mentre sono esseri senzienti, con esigenze di affetto e cura».