
Polveri sottili in aumento nel 2020, nonostante il calo del traffico durante il lockdown. Se, su base pluriennale, i dati della qualità dell’aria di Brescia sono in miglioramento, l’analisi del 2020 evidenzia come le Pm10 siano strettamente legate alle condizioni meteo e climatiche più che al traffico veicolare. È quanto emerge dal nuovo rapporto di Arpa Lombardia, presentato in Regione, da cui emerge che, nel 2020, su tutto il territorio è stato comunque rispettato il valore del limite medio annuo di 40 µgm³ per il Pm10. "I dati sono comunque sorprendenti – ha commentato l’assessore regionale all’Ambiente Raffele Cattaneo – perché il lockdown, con il conseguente blocco del traffico veicolare, non ha portato a una significativa diminuzione dei giorni di superamento . Al contrario c’è stato un leggero incremento rispetto al biennio precedente, per il prevalere di fattori meteo negativi".
Per quanto riguarda le Pm10, a Brescia le centraline di Arpa hanno registrato 62 giorni di superamento della media giornaliera di 50 µgm3 (il ‘bonus europeo’ è di 35 giorni), peggio dei 53 esuberi del 2019, ma meglio rispetto al passato: nel 2006, Brescia contava 146 giorni sopra i limiti. Anche per il Pm2.5, il dato 2020 conferma il trend in progressiva diminuzione: con un valore di 23 µgm3 (25 nel 2019), a Brescia è stato comunque rispettato il limite annuale di 25 µgm3. Un effetto positivo si registra per i biossidi di azoto, più direttamente legati al traffico veicolare, in miglioramento su base pluriennale. Sono stati 74, infine, i superamenti del valore obiettivo per protezione della salute dall’ozono, contro i 116 di Lecco, prima della lista. F.P.