Brescia, 10 maggio 2024 – La Guardia di Finanza di Brescia ha arrestato due persone ritenute responsabili dei reati di usura ed estorsione: un 37enne albanese e residente a Brescia è finito ai domiciliari, mentre per un 63enne residente a Gussago è scattato il braccialetto elettronico con il divieto di avvicinamento alla persona offesa a meno di cinquecento metri.
Secondo l’accusa i due avrebbero finanziato un imprenditore bresciano in crisi di liquidità, per un ammontare iniziale pari a 18mila euro, pretendendo la restituzione di complessivi 80mila euro, con un tasso di interesse usurario pari al 444,44%.
Le condotte illecite dei due usurai sono apparse ulteriormente più gravi quando la vittima, ormai gravemente indebitata, non riuscendo a restituire il capitale finanziato ed i relativi interessi, si è ritrovata a subire minacce di gravi ed immediate conseguenze, qualora non avesse restituito la somma prestata, aumentata degli interessi usurari. Il 63enne e la vittima, minacciata di morte, si conoscevano da 30 anni.
Le indagini hanno anche consentito di ricostruire un episodio pregresso di usura ed estorsione ad opera del solo 37enne ai danni dello stesso imprenditore, risalente a circa un anno fa, laddove a fronte di prestito di iniziali 10mila euro, veniva pretesa la restituzione di complessivi 25mila.
Nel corso delle relative perquisizioni domiciliari, condotte dalle Fiamme Gialle bresciane che si sono avvalse di due unità cinofile “cash dog'” e antidroga, sono stati altresì sottoposti a sequestro denaro contante per oltre 30mila euro, nonché 2 orologi di valore.
L’inchiesta è nata dalla denuncia della vittima ormai stanca di subire minacce e incapace a restituire il denaro con i tassi di interesse richiesti. “Entrambi gli indagati hanno mostrato una continua pervicacia nel perseguire le somme usuraie pattuite con la vittima e hanno continuato a pressare lo stesso perché si adoperasse per trovare una soluzione per quanto gravosa potesse essere. Appare dunque indispensabile l’attivazione delle misure cautelari al fine di interrompere l’attività illecita emersa”, ha scritto il gip Andrea Guerrerio nell’ordinanza di custodia cautelare.