Brescia, 4 agosto 2023 – Sesso a pagamento, presunte minacce agli “amici“ di letto, droga, gente in fuga da casa sua in preda alle allucinazioni - nello specifico una transgender - e poi il colpo di scena finale: nelle scorse ore il protagonista della incredibile vicenda, un sacerdote della Diocesi di Verona residente in un popoloso centro del Basso Garda, pare si sia dato alla macchia. Ovvero: adesso è irreperibile.
Sembrano gli ingredienti di una commedia boccaccesca, invece è tutto vero. Classe 1957, il don è ripetutamente finito nel mirino delle forze dell’ordine – prima i carabinieri, poi la polizia – per una serie di condotte disinvolte, non proprio all’insegna della morigeratezza.
Il barista venezuelano
La folle estate del prete gardesano è iniziata qualche mese fa, quando un trentenne del Venezuela, un barista, l’ha denunciato, allegando all’esposto depositato ai carabinieri alcuni messaggi vocali.
Il barista avrebbe conosciuto il prete nel 2020 sulla app Grindr. Stando al sudamericano il 65enne, iscritto alla piattaforma di incontri con un nome falso, gli avrebbe chiesto di fare sesso e lui avrebbe accettato per sbarcare il lunario, non sapendo di avere a che fare con un uomo di Chiesa.
Dopo alcuni rapporti consumati e regolarmente pagati, addirittura con bonifici bancari, la strana coppia si sarebbe persa di vista finché il don tramite app avrebbe ricercato il ragazzo. Sarebbero stati combinati altri incontri, non sempre saldati, compresa una notte trascorsa insieme nella primavera 2023, concordata a 1.200 euro da corrispondere con qualche centinaio di euro di arretrati. Soldi non versati, che il barista avrebbe reclamato ricevendo a suo dire risposte minacciose.
La droga
Gli investigatori non hanno avuto nemmeno il tempo di concludere l’indagine in questione e fare chiarezza, che il prete è finito al centro di una seconda inchiesta, stavolta per spaccio. Una vicenda nata per caso, sganciata dalla prima. Insospettiti da uno strano viavai sotto casa, i vicini del sacerdote nei giorni scorsi avevano avvertito le forze dell’ordine.
Gli agenti del Commissariato lunedì sono andati a dare un’occhiata e durante i controlli hanno fermato un giovane con addosso qualche grammo di droga. Un giovane appena uscito dall’abitazione del 65enne con cui aveva fatto sesso, questa la sua versione, in cambio droga. Risultato: i poliziotti hanno suonato al sacerdote, hanno perquisito l’appartamento e hanno trovato qualche grammo di cocaina con un bilancino di precisione. Di qui, una denuncia per spaccio.
Il volo dalla finestra
Ma non è tutto . La notte seguente, quella tra l’1 e il 2 agosto, l’irriducibile ha regalato un’altra sorpresa. Gli agenti sono dovuti tornare a casa sua, stavolta supportati dai carabinieri e dai vigili del fuoco, richiamati da urla, movimenti scomposti e baccano. Al 112 erano pervenute una serie di segnalazioni dei soliti vicini per la presenza di una giovane transgender la quale, nuda e in stato confusionale, minacciava di lanciarsi da una finestra del primo piano. Cosa che poi la donna ha fatto lasciando tutti di stucco e infine dileguandosi.
I pompieri hanno recuperato il telo salvavita per permetterle di saltare, ma lei aveva fretta di buttarsi, e si è lanciata da tre metri di altezza ancora prima che il dispositivo di sicurezza fosse srotolato. Poi è fuggita nel buio senza spiegare alcunché, ammaccata e urlando frasi sconnesse. L’ultimo capitolo della storia l’ha scritta ancora lui, il don, il quale ha fatto calare il sipario facendo perdere le tracce. Almeno momentaneamente. Ma non è detta l’ultima.