PAOLO CITTADINI
Cronaca

Brescia, accusato di aver favorito ditta di protesi: assolto primario

Dopo cinque anni finisce l'incubo del medico

Finisce l'incubo per il primario

Brescia, 14 marzo 2018 - Assolto perché il fatto non sussiste. Cinque anni di indagini, due richieste di archiviazione rigettate dal Tribunale di Brescia e ieri però finalmente un giudice ha messo la parola fine alla vicenda. Per Massimo Pezzoni, primario del reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Chiari dell’Azienda socio sanitaria territoriale Franciacorta , finalmente ieri è finito un incubo durato cinque anni da quando è finito nel registro degli indagati con l’accusa di abuso d’ufficio.

Secondo la ricostruzione fatta inizialmente dalla Procura, Pezzoni avrebbe favorito una ditta di protesi dell’anca violando, con il suo comportamento, il principio di rotazione. Secondo l’accusa avrebbe impiantato le protesi di una unica azienda , la Symbios Orthopédie, senza rispettare l’accordo quadro vigente all’epoca dei fatti (2013- 2014) che prevedeva invece l’utilizzo delle protesi messe a disposizione anche dalle altre aziende entrate a fare parte del bando. A fare partire l’indagine le voci fatte correre tra i corridoi dei reparti dell’ospedale di Chiari da un’altra dipendente, una ferrista per cui il Tribunale di Brescia ha disposto il rinvio degli atti alla Procura di Brescia perché valuti la possibilità di indagarla per il reato di calunnia.

Una cinquantina le operazioni contestate al medico che per l’accusa avrebbe garantito un ingiusto vantaggio patrimoniale per la ditta costruttrice e per le ditte distributrici (Fo.rmato e Finceramica) di circa 120 mila euro. Pezzoni si è sempre pronunciato innocente. "Ho impiantato sempre le migliori protesi – ha spiegato anche in aula – Non ci sono mai stati problemi o richieste di risarcimenti. Il prodotto utilizzato era il migliore possibile". Parole che per la Pubblica accusa ancora una volta (la Procura per due volte aveva chiesto l’archiviazione incontrando il diniego del Gip) sono state sufficienti per chiedere l’assoluzione. "Finalmente questa brutta vicenda è finita – il commento del medico, difeso dall’avvocato Andrea Ingenito, fuori dall’aula mentre visibilmente commosso abbraccia i familiari – Sono stati anni difficili in cui, per fortuna non mi è mancato il sostegno dell’ospedale per cui lavoro".