Brescia – Colpo di scena nel procedimento a carico di Roberto Zorzi per la strage di piazza della Loggia. Il Gup di Brescia ha respinto la costituzione di parte civile della Presidenza del Consiglio dei ministri. Secondo quanto apprende l'AGI da fonti legali, uno dei motivi dell'esclusione del Governo dal processo è che l'istanza di costituzione di parte civile è stata presentata tardivamente. E così per la prima volta, nell'ambito di tutti i processi fin qui celebrati, la presidenza del Consiglio dei Ministri non sarà parte civile per la strage di piazza della Loggia avvenuta a Brescia il 28 maggio 1974.
La costituzione di parte civile in ritardo
Già a marzo la questione aveva fatto scatenare roventi polemiche. Il 23 marzo scorso, infatti, la Presidenza del Consiglio aveva fatto sapere di non avere ricevuto la fissazione dell'udienza preliminare dopo non essersi presentata alla prima udienza del procedimento a carico di Marco Toffaloni, minorenne all'epoca dei fatti e per questo imputato davanti al Tribunale dei Minori.
In seguito, in una nota aveva comunicato che avrebbe presentato un'istanza di remissione in termini ai giudici per riuscire a essere parte civile, cosa che poi hanno fatto gli avvocati dello Stato. Oggi la giudice l'ha bocciata nell'udienza a carico di Roberto Zorzi, che era invece maggiorenne ai tempi della strage e viene quindi giudicato dal Tribunale 'ordinario'. Il gup ha accolto l'eccezione della difesa dell'imputato che si è opposta alla tardiva costituzione di palazzo Chigi. Per il giudice la Presidenza del consiglio non poteva non sapere dell'inizio dell'udienza e quindi non può chiedere di farvi ingresso in ritardo.
La nuova inchiesta sulla strage
Secondo la nuova inchiesta della Procura di Brescia, Roberto Zorzi e Marco Toffaloni sarebbero stati gli esecutori materiali della strage del terrorismo nero che il 20 maggio 1974 provocò otto morti e oltre cento feriti durante una manifestazione sindacale antifascista in piazza della Loggia.
Il Governo prepara il ricorso
Sorprende - comunica palazzo Chigi in una nota - la decisione del Gup di Brescia di negare la costituzione di parte civile proposta dall'Avvocatura dello Stato per la Presidenza del Consiglio, per due ragioni.
La prima: "Il gup - spiega palazzo Chigi - non aveva dato notizia al Governo dell'udienza antecedente a quella odierna e ciò aveva reso impossibile la costituzione. La presidenza del Consiglio aveva incaricato l'Avvocatura dello Stato di presentare istanza di rimessione in termini che lo stesso Gup ha accolto. Perché mai l'avrebbe accolta se non per formalizzare la costituzione?".
La seconda: "Oggi il Gup - si osserva - sostiene che la presidenza del Consiglio avrebbe dovuto conoscere l'antecedente udienza in quanto 'fatto notorio': ciò contraddice la precedente decisione dello stesso ufficio e il codice di procedura penale che impone di notificare l'udienza a chi ha titolo a intervenirvi. Alla presidenza del Consiglio è stato così impedito l'esercizio del potere-dovere di affiancare la difesa delle vittime. L'Avvocatura dello Stato è stata incaricata di proporre ricorso in Cassazione contro un provvedimento così palesemente abnorme".