BRESCIA – Era stato arrestato lo scorso giugno con l’accusa di pedopornografia. Ora che l’indagine è chiusa, la sua situazione si è complicata, perché la Procura gli contesta anche il reato di atti sessuali con minori, nello specifico con una sua allieva sedicenne. Si parla del professore di religione di Brescia, sposato e padre di bimbi piccoli, finito ai domiciliari in estate appunto per produzione e detenzione di materiale pedopornografico. Ritenendo la prova evidente, il pm Alessio Bernardi ha chiesto per lui il giudizio immediato, saltando quindi il filtro dell’udienza preliminare.
L’imputato è un professionista quarantenne che insegna in un istituto superiore in città ed è anche avvocato (penalista). A fare saltar fuori il caso era stata la famiglia della studentessa, allarmata dopo la scoperta nel cellulare della ragazzina di immagini e messaggi inequivocabili scambiati con il prof, un uomo insospettabile pieno di amici e interessi, molto attivo anche nel sociale. Messaggi tale da aver indotto i genitori dell’alunna a denunciare l’accaduto alla polizia.
Ricevuta la segnalazione, gli agenti della Mobile erano andati a dare un’occhiata a casa del docente e la perquisizione era sfociata nel sequestro del tablet, del computer e del telefono. E appunto nell’arresto in flagranza. L’indagine mese dopo mese avrebbe permesso di appurare che l’insegnante, la cui posizione è aggravata dal fatto di essere un insegnante, avrebbe avuto con la sua allieva pure incontri fisici. Di qui la contestazione aggiuntiva di atti sessuali con minore. Stando alla consulenza informatica era un abituale frequentatore di siti pedonografici. Non sono però state individuate altre vittime. Per lui si apre ora la possibilità di affrontare il processo con un rito alternativo, oppure affrontare il dibattimento.