San Colombano di Collio (Brescia), 20 settembre 2015 - Quando tutto sembrava concludersi in modo tranquillo, nonostante qualche tensione, un’improvvisa e inaspettata sassaiola ha travolto la manifestazione organizzata ieri da varie realtà della sinistra bresciana per dare il benvenuto ai giovani richiedenti asilo, ospiti nell’ex albergo Cacciatore ora casa-vacanze Cantoni di San Colombano di Collio. A lanciare i sassi una o più persone dal cortile di un bar caffetteria con adiacente struttura sportiva che si trova sopra la strada dove molti dei manifestanti stavano transitando per tornare alle auto. Immediata la reazione delle forze dell’ordine che, oltre a proteggere i presenti, hanno impedito ulteriori incidenti. Non si sono registrati feriti. Eppure la giornata sembrava che avrebbe avuto esiti ben differenti da quella di sabato 5 settembre, quando alcuni aderenti al comitato “Brescia ai Bresciani” si sono scontrati con polizia e carabinieri. In seguito ai tumulti nei giorni scorsi sono stati emessi cinque fogli di via per altrettanti aderenti al movimento che riunisce simpatizzanti della destra. Nessuno di loro ieri risultava presente a San Colombano, così come non vi erano esponenti di Forza Nuova o Casa Pound.
A lamentarso vigorosamente della presenza dei rappresentanti delle sinistre bresciane, tra cui giovani del centro Sociale Magazzino 47, di Rifondazione Comunista e dell’associazione Diritti per tutti, sono stati alcuni residenti. «Rifiutiamo di essere etichettati come razzisti - spiega il portavoce del gruppo di cittadini Mirko Vaccarezza - semplicemente riteniamo l’arrivo dei clandestini una decisione presa dall’alto per motivi economici. Ci è parso irrispettoso che la manifestazione si sia svolta di fronte al cimitero e sotto la chiesa, dando fastidio alle funzioni religiose». Nessuno ha commentato o spiegato il lancio di sassi, che potrebbe essere legato alla decisione di un singolo. «Non riteniamo Collio razzista - spiega Manlio Vicini, avvocato dell’associazione Diritti per tutti - faremmo torto a quegli abitanti che non lo sono. Penso a una minoranza rumorosa supportata da realtà esterne al paese, che hanno contribuito a creare un clima di intolleranza. Noi vogliamo rappresentare un modello diverso, basato sull’accoglienza. Per questo la manifestazione è stata una festa con musiche e con una merenda».
I manifestanti, circa 400, hanno voluto dare il proprio “welcome refugées - benvenuti rifugiati”. Il segretario provinciale di Rifondazione, Dino Greco, ha definito Collio «Ostaggio di certi movimenti politici e di persone che hanno ingiustamente occupato il paese per 15 giorni». I manifestanti delle sinistre hanno incontrato i richiedenti asilo e battuto loro le mani, gridando “welcome”. Purtroppo non sono stati risparmiati gli insulti verso i cittadini, accusati da qualcuno più esagitato di essere razzisti. «Non ci stiamo - hanno detto due abitanti del paese, riuniti con un’altra cinquantina di persone ai tavoli del plateatico del Bar Crystal - qui ci sono tanti stranieri che lavorano e sono considerati parte della comunità. Non siamo d’accordo con chi sfrutta la presenza dei cosiddetti rifugiati: è una questione economica».