BEATRICE RASPA
Cronaca

Quei bimbi mai nati. La rimozione shock davanti al giudice: "Fate altri accertamenti"

Brescia, le famiglie chiedono una campagna di scavi prima di valutare un accordo

Brescia, le famiglie chiedono una campagna di scavi prima di valutare un accordo

Brescia, le famiglie chiedono una campagna di scavi prima di valutare un accordo

Prima le famiglie chiedono che si scavi ancora. E poi, forse, valuteranno la possibilità di accettare un risarcimento economico. È iniziata ieri davanti al gup Gaia Sorrentino l’udienza preliminare per la vicenda della presunta rimozione irregolare di oltre duemila feti al Vantiniano da parte del Comune, stando all’accusa senza darne adeguatamente conto ai genitori. Imputate sono due funzionarie della Loggia, la responsabile dei servizi cimiteriali Monik Liliana Ilaria Peritore e la direttrice di settore, Elisabetta Begni, che rischiano il processo per vilipendio di tombe e di cadavere.

Tutto iniziò tre anni fa: un giorno una mamma recandosi al cimitero non trovò più la bara del figlioletto mai nato. Sollecitato da sedici famiglie che si riunirono in una class action, il pm Antonio Bassolino, titolare del fascicolo prima del suo trasferimento a Napoli, mise sotto sequestro i quattro settori del camposanto destinati ai feti inumati tra il 2008 e il 2016. Alle funzionarie è contestato di aver dato l’ordine tra il 26 maggio e il 24 novembre 2021 di rimuovere oltre 2500 tombe "in evidente e spropositato contrasto con il fabbisogno accertato e pianificato corrispondente a 164 esumazioni per il 2021/22", recita il capo di imputazione. Operazione condotta con le ruspe, senza adeguata pubblicità e con dispersione dei resti delle lapidi, delle tombe e delle targhette identificative, prosegue l’accusa. "Per molte salme la riesumazione fu disposta anteriormente al termine decennale previsto dal regolamento regionale".

Dal canto suo il Comune ha subito difeso le due dipendenti sostenendo di avere rispettato le regole, e di averne dato conto con pubblicazioni sull’albo pretorio e affissioni regolamentari. "In realtà i cartelli erano lontani e per giunta erano girati verso il muro, così non sono stati letti" spiega l’avvocato Francesco Mingiardi (nella foto in alto), che con la collega Gloria Girelli assiste le famiglie. Ieri in aula si è discusso di una possibile trattativa economica. Ma i parenti dei bimbi mai nati, o morti poche ore dopo la nascita, come precondizione per valutare l’accordo pongono una richiesta: "Vorrebbero che il Comune effettuasse finalmente nuovi scavi per accertare se sottoterra non vi siano altri resti – spiega l’avvocato Mingiardi –. Una richiesta finora inascoltata". In attesa di trovare un accordo, il gup ha rinviato l’udienza all’11 aprile.