FEDERICA PACELLA
Cronaca

Quote latte, si riaccende la scintilla 700 aziende sul piede di guerra

La produzione in eccesso ha fatto maturare 1,2 miliardi di multe da riscuotere solo in Lombardia. Gli allevatori: "Le sentenze confermano quanto sosteniamo, la gestione non ha capo né coda"

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di Federica Pacella

Non sono bastate 6504 sentenze tra Tar, Consiglio di Stato, Corte di Giustizia Europea che hanno nella quasi totalità dato ragione agli allevatori multati per le quote latte. I pignoramenti dei conti correnti e i sequestri di proprietà continuano a fioccare, mentre si attende che lo Stato intervenga per recepire le sentenze della Corte di giustizia Europea. Per questo, il 16 gennaio, Copagri Lombardia porta nuovamente in piazza il mondo della zootecnia, con i trattori, all’Idroscalo di Milano, per chiedere di risolvere l’annoso problema delle multe delle quote latte, introdotte nel 1995 per ridurre lo squilibrio tra offerta e domanda a livello europeo e cessate nel 2015. La produzione in eccesso rispetto alle quote fissate ha fatto maturare 2,3 miliardi di multe, di cui 1,2 miliardi sono arrivati alla riscossione, per lo più in Lombardia. Secondo i dati di Copagri, sono circa 700 le aziende agricole coinvolte in Lombardia: la provincia di Brescia è quella più coinvolta con circa 270 aziende, a cui fanno seguito le 120 nella Bergamasca, 100 in provincia di Mantova, 50 nel Cremonese, 70 tra Lodi e Milano ed una decina nel Pavese.

Il punto, però, è che nel frattempo ci sono stati 3 pronunciamenti della Corte di giustizia dell’Unione Europea, che hanno dato ragione agli allevatori italiani che avevano denunciato l’errata applicazione delle quote a livello nazionale. La Corte ha anche dichiarato nulle le annate oggetto di prelievi supplementari. Di fatto, bisognerebbe rifare i conti, ma per sanare la situazione serve un intervento del Governo per recepire le sentenze della Corte di giustizia europea. "Le sentenze di tutti i tribunali – spiega Alessandro Baronchelli (nella foto in alto), presidente Copagri Brescia e allevatore di Montichiari – ci dicono quello che abbiamo sempre sostenuto, ovvero che la gestione delle quote latte è stata fatta senza capo né coda. Approssimativamente, nel 1995 6mila aziende hanno ricevuto la multa e non dovevano riceverla, mentre ad altre 8mila non è stata mandata. Da 26 anni, quelle 6mila si stanno difendendo con avvocati, da multe e calunnie di ogni tipo, mentre avevano ragione. Ora è tutto da rifare". Nel frattempo, però, continuano ad arrivare pignoramenti e sequestri. "Riporto come esempio un caso bresciano – racconta Baronchelli -un’azienda che ha ricevuto quattro pignoramenti, tutti e quattro fermati in Tribunale perché la multa è stata annullata. Eppure, la settimana prima di Natale, Agea ha sequestrato la proprietà dell’azienda". Tra le azioni più eclatanti su cui si sta ragionando c’è anche quella di chieder conto, legalmente, delle responsabilità dei ministri dell’Agricoltura che si sono succeduti negli ultimi anni e che non hanno proceduto a sanare la situazione dopo il pronunciamento del 2019 della Corte di giustizia.