
Gli ambientalisti in campo contro il progetto
Calcinato (Brescia), 5 settembre 2017 - Armi affilate contro il nuovo impianto di trattamento e recupero della frazione organica da raccolta differenziata. Il Comitato cittadini Calcinato e il Coordinamento comitati ambientalisti hanno presentato le osservazioni nell’ambito dell’iter autorizzativo. "Siamo pronti a tutto, anche a bloccare i camion", assicurano. Il nuovo impianto è stato proposto da A2A Ambiente; avrebbe una potenzialità di 75mila tonnellate all’anno e permetterebbe di ottenere biometano da immettere in rete o da usare per autotrazione, e un ammendante per usi agricoli e florovivaistici. Potrebbe essere pronto per la fine del 2018. "Si trova sul Comune di Bedizzole – spiega Laura Corsini, del Comitato cittadini Calcinato – ma i cittadini che subiranno le maggiori conseguenze sono quelli di Calcinato, visto che l’impianto è a meno di 800 metri da un gruppo di abitazioni a Ponte San Marco, e quelli di Lonato".
Da qui l’interessamento del comitato locale, che è stato invitato a Trento per visitare un impianto simile. "Sarei disonesto a dire di aver sentito odori – spiega Walter Bellandi, che nelle prossime settimane farà un sopralluogo – ma è anche vero che quell’impianto non ha abitazioni vicine, si trova in una valle con un dislivello dal piano campagna di oltre 2,5 metri e non ci sono altre attività a rischio per problematiche ambientali nelle vicinanze". A Calcinato, il quadro è tutto diverso. Il comune ha superato l’indice di pressione fissato in 160mila metri cubi di scorie per chilometro quadrato. Lo stabilimento si troverebbe al confine con la discarica Green Up (ex Faeco), un’azienda di rottami, una di compostaggio del verde, un impianto di biogas e un’altra azienda di trattamento biomassa. "Per aria, acqua e suolo – spiega Corsini – non sono stati adeguatamente considerati gli eventuali impatti cumulativi". Altra preoccupazione è per l’impatto di odori e rumori in una zona già compromessa, oltre che le ripercussioni dal punto di vista viabilistico, visto che si stima un incremento di circa il 2% del traffico pesante. "L’impianto darebbe lavoro a 12 persone – ribattono i comitati – il lavoro è fondamentale, ma ci sono aziende che creano molta più occupazione con attività a zero impatto ambientale". La preoccupazione è che, come accaduto in passato, il progetto possa anche essere perfetto sulla carta, ma che poi venga gestito male, diventando una nuova presenza ingombrante. "Complice di questa situazione – spiega Stefano Guarisco – è la difficoltà degli enti preposti a effettuare controlli, per mancanza di tempo o di personale". "Invitiamo A2A Ambiente – conclude Imma Lascialfari, presidente del Coordinamento – ad ascoltare i cittadini di Calcinato, che sono disponibili anche ad ospitare i vertici dell’azienda perché vedano in prima persona come si vive da quelle parti".