BEATRICE RASPA
Cronaca

Brescia, ragazza uccisa da un’overdose: "Dodici anni a chi iniettò l’eroina"

Chiesta la condanna di Paloschi per omicidio preterintenzionale di Francesca Manfredi

Francesca Manfredi

Brescia -  Dodici anni di carcere. E’ la condanna chiesta ieri in aula dal pm Benedetta Callea per Micheal Paloschi, 33enne di Brescia che sta affrontando il processo in abbreviato per la morte di Francesca Manfredi, stroncata a 24 anni nell’estate 2020 da un mix di alcol e droghe pesanti. Era la notte tra il 22 e il 23 agosto di un anno fa quando la giovane fu trovata priva di vita nella vasca da bagno di casa sua a Chiesanuova al culmine di una tre giorni di sballo chimico organizzata con alcuni amici. Quegli amici ora rispondono penalmente di quel tragico epilogo. Paloschi è accusato di omicidio preterintezionale perché secondo l’accusa iniettò nel braccio destro di Francesca la mezza dose di eroina che, per la Procura, le fu fatale. La vittima non aveva mai fatto uso di eroina. Ed era già intossicata da coca, alcol, vino, ketamina e Xanax.

Sul banco degli imputati c’è anche una coetanea di Francesca che era al festino. Per lei, che risponde di omesso soccorso - avrebbe aspettato troppo a chiamare il 112 - il pm ha chiesto solo dieci mesi. Ma sotto processo sono finiti pure i presunti pusher. Il tunisino Haythem Bouan, che avrebbe ceduto l’eroina killer - il pm ha chiesto 7 anni - Thomas Maroni, che a sua volta avrebbe spacciato a Francesca la ketamina nei giorni precedenti alla morte - sempre 7 anni - poi Sara Reboldi, 25enne che avrebbe acquistato ketamina da Maroni e l’avrebbe venduta a Francesca il 22 agosto: per lei, imputata anche di morte come conseguenza di altro reato, sono stati chiesti 6 anni. Infine sono dal gup, Christian Colombo, Francj Ghana, albanese che avrebbe fatto da corriere (chiesti 4,8 anni) e Mario Mborjua, trentenne intermediario che risultava latitante e si è costituito di recente (1,4 anni).

Nessun commento all’uscita dell’udienza da parte della mamma di Francesca, accompagnata dall’avvocato Rosa Afrune, che la assiste. La parte civile ha chiesto un risarcimento di 800mila euro. La scorsa udienza in aula si sono confrontati i consulenti tossicologici. Quello portato da Paloschi, secondo cui la mezza dose di eroina ritenuta killer non determinò il decesso della ragazza, e quello della Procura, convinto del contrario. La parola passerà ora alle difese, il 10 dicembre. Poi toccherà al giudice decidere.