Ragazzi sempre più soli e stressati. Famiglie lasciate sole coi disagi

Nella fascia tra i 14 e i 19 anni si è riscontrato un peggioramento dell’indice di salute mentale. L’esperienza di un padre: ci si scontra con un sistema che non è in grado di tutelare chi è in difficoltà.

Ragazzi sempre più soli e stressati. Famiglie lasciate sole coi disagi

Paolo Zampiceni, presidente dell’associazione Autismando, pone l’accento su mancanza di strategie rapide di intervento e di un modello assistenziale integrato

Famiglie sole di fronte all’abisso che si apre di fronte ai problemi di salute mentale dei figli, in costante aumento. Secondo un’analisi fatta da Openpolis in vista della giornata della salute mentale che ricorre oggi, dopo l’inizio della pandemia, proprio tra i più giovani (fascia 14-19 anni) si è riscontrato il peggioramento più consistente dell’indice di salute mentale. Stando ai nuovi dati 2023, questa tendenza non appare del tutto recuperata rispetto al periodo pre-Covid. In Lombardia, il 40% dei quindicenni maschi ed il 48% delle coetanee dichiarano di non avere un supporto famigliare, per cui vivono il proprio disagio nella solitudine; il 12,7% fa un uso problematico dei social, il 60,2% si sente stressato dall’impegno scolastico.

Secondo la Sinpia, un bambino o adolescente su cinque soffre per un disturbo neuropsichiatrico. "Di fronte al disagio mentale di un figlio, le famiglie si trovano sole – racconta Fabio Selini, bresciano, autore del libro ‘Il padre inadeguato’ in cui racconta l’esperienza vissuta sulla propria pelle, provando a far capire il vuoto che circonda le famiglie –. I genitori per primi si trovano a dover fare i conti con le proprie fragilità, le proprie paure, la rabbia ed il dolore. Il problema è che, in questa condizione, ci si scontra con un sistema che non è in grado di tutelare chi è in difficoltà, ci si sente impotenti".

Di solitudine delle famiglie parla anche Paolo Zampiceni, presidente dell’associazione Autismando di Brescia, che, nella realtà, almeno per quanto riguarda l’autismo, non riscontra strategie di intervento rapide e tempestive né un modello assistenziale integrato fra ospedale e territorio, né reti specialistiche multidisciplinari dedicate, in grado di garantire risposte specifiche per età e tipologia del disturbo. "Perché non si ha il coraggio di dire che molte famiglie, dopo la diagnosi, quella sì più tempestiva che nel passato, si trovano da sole? Che il “modello di intervento della neuropsichiatria italiana” sarà anche bello, forse sulla carta, come tante altre cose in Italia, ma presenta forti criticità? Forse servirebbe un convegno al contrario in cui siano le famiglie a parlare delle proprie aspettative, desideri, diritti negati. Le famiglie in lista d’attesa, quelle che pagano e si rivolgono al privato, quelle che si trovano da sole, quelle che, tra scuola e servizi, cercano di metterci una pezza, quelle che si trovano nella lotteria delle misure (B1, B2)".

Nel territorio di Ats Brescia sono 3.010 assistiti affetti da autismo per il 76,4% maschi, con un’età media di 13,1 anni, più elevata nelle femmine; il trend di rilevazione dei nuovi casi è in aumento.

Federica Pacella