FEDERICA PACELLA
Cronaca

Esposti all’amianto: perché molti di loro non accedono all’assistenza sanitaria gratuita

Al registro dell’Ats Brescia sono iscritti – cifre del 2024 – 271 lavoratori, una cifra sottostimata rispetto a quelli che possono essere i numeri reali

Al centro nella fotografia Giuseppe De Palma, direttore Uoc Medicina del lavoro di Asst Spedali Civili e professore di UniBs

Al centro nella fotografia Giuseppe De Palma, direttore Uoc Medicina del lavoro di Asst Spedali Civili e professore di UniBs

Brescia, 26 aprile 2025 – Erano stati circa 4mila i lavoratori nel Bresciano che, trent’anni fa, avevano chiesto l’accesso ai benefici previdenziali previsti per i lavoratori esposti all’amianto, messo al bando nel 1992 con la Legge 257. Al netto delle questioni anagrafiche o di eventuali trasferimenti altrove, a fronte di quella platea, che non era probabilmente esaustiva di tutti coloro che avevano avuto a che fare con l’amianto (il dato è solo della Cgil di Brescia) appare oggi quanto meno sottostimato il numero degli attuali iscritti al Registro di Ats Brescia degli ex esposti: 271 nel 2024, in fortissima crescita rispetto ai 5 del 2012-2015, ed ai 4 del 2022, grazie allo sportello avviato dalla Cgil Brescia.

Gli ex-esposti sono lavoratori, anche se non più attivi nel settore o in altri lavori che prevedono l’esposizione all’amianto, possono beneficiare di un programma di assistenza sanitaria gratuito, come la sorveglianza sanitaria. C’è ancora un’ampia fetta che sfugge, perché semplicemente non conosce il Registro, istituto in Ats Brescia nel 2007 con finalità epidemiologiche e di prevenzione.

“La prevenzione è fondamentale – spiega Giuseppe De Palma, direttore Uoc Medicina del lavoro di Asst Spedali Civili e professore di UniBs – il ruolo propulsore dello sportello è stato evidente, a fronte di una certa pacatezza delle istituzioni nel diffondere la conoscenza di uno strumento, quale il Registro, a cui i lavoratori accedono su libera iniziativa”.

La Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto, che ricorre il 28 aprile, è un monito per ricordare che di amianto si continua a morire (circa 1.500 persone all’anno in Italia, secondo l’Istituto superiore di Sanità).

Nel Bresciano, tra il 2020 ed il 2024 sono stati circa 90 i nuovi casi di tumore legato all’esposizione ad amianto; in leggero aumento, nel 2024, le placche pleuriche e lesioni benigne.

“Grazie all’attività dello sportello – ricorda De Palma – su 240 casi in sorveglianza abbiamo diagnosticato in fase precoce 4 casi di tumore del polmone, quando questa malattia è aggredibile. Il numero è in linea con i dati di letteratura sull’efficacia e sui vantaggi di questo screening per i soggetti a forte rischio”. Gli strumenti ci sono, i professionisti pure, la copertura del Servizio sanitario anche: servirebbe una maggiore conoscenza del Registro degli ex esposti, a Brescia come nel resto del territorio lombardo.