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Rivoluzione farmacie, manca il personale

Un punto di riferimento per la salute lo erano già nella sostanza, come dimostrano le 60mila operazioni di scelta...

Clara Mottinelli, presidente Federfarma Brescia, consigliera di Federfarma nazionale, e Marco Belloni, segretario

Clara Mottinelli, presidente Federfarma Brescia, consigliera di Federfarma nazionale, e Marco Belloni, segretario

Un punto di riferimento per la salute lo erano già nella sostanza, come dimostrano le 60mila operazioni di scelta e revoca, le oltre 44mila dosi di vaccino antinfluenzale, le 27mila prenotazioni di visite ed esami specialistici fatti nel 2024 nel Bresciano. Ora le farmacie (a Brescia e in tutta Italia) entrano a pieno titolo nel Sistema sanitario nazionale, grazie alla firma della convenzione tra Ssn e farmacie del territorio, avvenuta ieri, a 26 anni dall’ultima convenzione.

"Siamo la porta d’accesso al Ssn – ha spiegato Clara Mottinelli, presidente Federfarma Brescia, consigliera di Federfarma nazionale e da poco nominata anche tesoriere dell’associazione – siamo un presidio sanitario vero e proprio. La svolta, con questa convenzione, è che non si parla più di sperimentazione per vedere se la farmacia è in grado di fare i servizi, ma si certifica che li effettua". In effetti, in molte realtà periferiche, la farmacia è diventata il punto di riferimento anche solo per una consulenza in ambito sanitario. Per ora è rimasto più sotto traccia il servizio di telemedicina: nelle farmacie è possibile effettuare elettrocardiogrammi, holter pressorio e holter cardiaco, gratuitamente (con ricetta) per chi ha comprovate patologie cardiovascolari. Nel Bresciano ne sono state fatte 1.100 da giugno, ma la platea potenziale è molto più ampia.

"Molti ancora non lo sanno per cui si ritrovano a fare privatamente l’esame, oppure devono aspettare lunghi tempi di attesa", sottolinea Mottinelli. L’evoluzione dei servizi offerti dalle farmacie è stata accompagnata, in parallelo, da un cambiamento societario e organizzativo. "Ci sono sempre meno ditte individuali – conferma Mottinelli – e sempre più società di persone o capitali, oppure acquisizioni da parte di multinazionali". Rispetto al fabbisogno, manca, però, personale, come in molti ambiti sanitari, tanto che i primi laureati del corso di laurea in farmacia di UniBs sono stati assunti prima di discutere la tesi. L’intelligenza artificiale aiuta: la tecnologia permette, infatti, di automatizzare tutto il lavoro di controllo del farmaco, lasciando tempo al farmacista di interfacciarsi con le persone. Tra i nodi, c’è ancora la carenza di molti farmaci, non sempre sostituibili: è il caso recente di un particolare farmaco a base di Propranololo, per chi soffre di patologie cardiovascolari. "L’Italia è lo Stato in Europa che paga di meno i medicinali – sottolinea il segretario Marco Belloni –. Quando un farmaco costa poco le aziende preferiscono venderli a chi paga di più. Nel caso specifico, si sta arrivando a una soluzione. Il problema è nato per molti farmaci, soprattutto dopo Covid". F.P.