
Guglielmo Fadabini, 22 anni con una delle opere realizzate dal robot
Da “grande“ vuole fare l’inventore, ma le premesse perché il sogno si realizzi ci sono già. Guglielmo Fadabini, 22 anni, inaugura oggi la sua mostra di opere d’arte realizzate grazie al robot capace di intrecciare fili per realizzare, appunto, dei quadri. A renderlo possibile, la passione di Fadabini per la matematica (è studente alla triennale in Matematica indirizzo Fisica di Università Cattolica di Brescia), la tecnica sviluppata grazie al suo interesse per la robotica, ma anche una naturale propensione per l’arte. E tanta curiosità, che è la molla di ogni scoperta. In questa storia c’è, infatti, un intreccio fra tutte queste componenti.
"L’idea ha iniziato a maturare guardando il video di un ragazzo, un artista, che creava opere intrecciando dei fili – racconta Fadabini, sirmionese di origine, ma oggi residente a Brescia -. Ho intuito che dietro quell’intreccio ci fosse comunque un algoritmo". Fadabini lo ha ricavato, traducendo in una sequenza di operazioni l’arte secolare di intrecciare fili. Migliaia di passaggi che poi sono stati la base per realizzare il primo robot, nel 2022, a cui poi ne sono seguiti altri due. A partire da un’immagine in formato digitale e attraverso un algoritmo, che Fadabini sceglie e rielabora, il robot produce una rappresentazione dell’immagine stessa incrociando chilometri di filo e facendo emergere i chiaroscuri. Il risultato sono opere nelle quali, guardando da distanza adeguata, forme, volti e ritratti emergono dall’intreccio dei fili. Per le opere in mostra da oggi al 28 al campus della Cattolica di via Garzetta (l’inaugurazione è oggi alle 16,30), c’è anche un filo ulteriore ad unirle, ovvero la musica: sono state scelte 10 opere musicali e per ognuna c’è un’opera che rappresenta il musicista-autore, da Ray Charles a Maria Callas, e una seconda opera che richiama il titolo del brano musicale. Attraverso un QR-code è possibile ascoltare il brano rappresentato. "Ciò che da un punto di vista oggettivo è un incrocio di fili regolato da un algoritmo, accolto soggettivamente si riempie di senso fino a coinvolgere la vita", sottolinea Fadabini. Il sogno di Fadabini è quello di diventare un inventore, per cui il robot è solo un inizio. Non solo: "La string art ha un suo filone, potenzialmente ci potrebbero essere prospettive per entrare in quell’ambito".
Federica Pacella